the wife

Che cosa fareste per amore? Fino dove arrivereste a sacrificare la vostra vita? Quanto sareste disponibili a rinunciare per chi amate?

Forse ruota attorno un po’ a questa domanda-senza-risposta la trama di “The Wife”, un film del 2017 diretto da Björn Runge e magistralmente interpretato da una straordinaria Glenn Close e Jonathan Pryce.

Joe Castleman è un famoso scrittore, forse uno dei più grandi viventi e, oramai ultrasettantenne, ottiene uno dei più grandi riconoscimenti in campo artistico: il premio Nobel per la letteratura. La motivazione del premio menziona il suo stile particolare di scrittura che innova e trasforma la forma stessa della narrazione. Joan Castleman è sua moglie, persona brillante e devota, profondamente innamorata del marito da cui ha avuto un figlio, anch’esso aspirante scrittore, ed una figlia, prossima a diventare mamma.

Il film racconta del viaggio che Joe e Joan compiono verso Stoccolma per ritirare l’ambito riconoscimento che suggella una carriera straordinaria. Durante i momenti celebrativi dell’evento, emerge una verità inconfessabile della coppia: Joan è infatti la vera autrice dei suoi libri e nessuno all’infuori di loro conosce il segreto, nemmeno la loro famiglia. L’assegnazione del Nobel diviene l’occasione per Joan per ripensare al suo passato, ai quarant’anni di matrimonio trascorsi insieme e al sacrificio fatto per garantire al marito fama e riconoscimento, passando sopra ai suoi numerosi tradimenti e bugie.

The Wife appare certo, ad una prima impressione, un film che potremmo dire “femminista”: come recita il sottotitolo nel cartellone della pellicola, “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna” ed il racconto della singolare vicenda di Joan e Joe getta una particolare luce su questa questione. Joan, donna indipendente e volitiva, non riesce, o non vuole, sottrarsi a questo cliché culturale, secondo il quale la donna resta una semplice comparsa nella storia di successo del marito.

Eppure, più la polvere delle emozioni si deposita, più emergono con chiarezza altri temi che innervano la narrazione, altri snodi, altri interrogativi ed allusioni che fanno della storia di amore dei coniugi Castleman una matassa di non facile soluzione.

Il film parla della forza dei legami che, sebbene malati e disfuzionali, danno stabilità e sicurezza alle nostre esistenze. Esso allude a quella singolare, e spesso incomprensibile, relazione tra verità e menzogna che abita ogni legame, capace di eccedere le normali convenzioni e norme. In ogni rapporto si instaura una diversa legge, si istituisce una singolare morale, che oltrepassa il buon senso e le convenzioni. Dentro ogni legame verità e menzogna, bene e male, felicità e dolore è come se vivessero di una logica propria, irripetibile, incomprensibile dall’esterno o che chi osserva le cose da lontano.

Come può l’amore, forse malato, di Joan spiegare la sua abnegazione, la sua rinuncia e la sua fedeltà verso Joe? Cosa consente all’amore – spesso incerto, infedele e distruttivo – di dare certezza ad una esistenza, fondamento ad un legame e sostanza al tempo?

Non è forse questa la domanda di tutte le domande?


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