C’è una casetta al di qua della ferrovia, una casa isolata dal paese e che il treno ha collocato fuori dal centro abitato. È come se vivesse in una “terra di nessuno”, immersa nei campi e visitata solo dai pendolari che di fronte ad essa parcheggiano la loro auto diretti alla stazione. E in questa casa vive una vecchietta, ormai giunta a quell’età in cui gli anni cessano di fare la differenza, una vecchietta simpatica, sempre sorridente e solare. Ogni mattina attende i pendolari seduta fuori sul balcone o, se il tempo non lo permette, al di là del vetro, di fronte alla finestra del primo piano.
Non appena incroci il suo sguardo, la vecchietta ti regala uno straordinario sorriso, accompagnato da un vistoso gesto della mano in segno di saluto. Penso che in quella casetta isolata non siano molti i passanti con cui poter scambiare qualche parola, sicché noi viaggiatori siamo diventati, a nostra insaputa, i suoi visitatori più assidui e familiari.
Non so se da quella distanza la donna riconosca i volti dei pendolari che hanno appena parcheggiato…d’inverno poi il cappello e la sciarpa penso non aiutano molto in questo…Tuttavia quella donna dispensa il suo saluto spesso incurante della risposta che riceve, proprio come accade per ogni vero dono, che non attende nulla in cambio.
Confesso che da qualche tempo, quando il sonno e le preoccupazioni da inizio giornata mi lasciano un po’ di lucidità, ricevo volentieri quel saluto perché, in fondo, penso che esso faccia bene sia lei ma soprattutto a me. Non è bello e consolante iniziare la giornata ricevendo un bacio sulla fronte così gratuito e disinteressato? Non è gratificante ricevere le attenzioni di qualcuno che potrebbe usare il suo tempo in mille altri modi più utili? Quella mano alzata e quel sorriso non artefatto non sono forse un piccolo segno della bellezza spontanea e semplice della vita, una bellezza non ricercata né interessata, bensì sincera, trasparente e, in qualche modo, infantile?
Penso di voler bene a quella vecchietta, anche se non ne conosco il nome, l’età e la storia, perché, nelle mattine fredde e buie inverno così come in quelle più miti d’estate, il suo sorriso è un piccolo raggio di sole che illumina e riscalda per qualche istante la mia giornata.