“Che importa che Dio sia invisibile, testimone e spettatore invisibile? Neanche l’attore che recita sul palcoscenico vede davanti a chi sta recitando: è abbagliato dalla luci di scena e delle ribalta, e la platea resta nell’ombra. Tuttavia l’attore sa che là sotto, nello spazio buio, stanno seduti gli spettatori – sa che sta recitando davanti a qualcuno. La stessa cosa vale per l’uomo: mentre agisce sul palcoscenico della vita viene abbagliato dalla quotidianità spicciola, e tuttavia percepisce comunque – grazie alla saggezza del cuore – la presenza testimoniale del grande spettatore, ancorché invisibile, dinanzi al quale egli è responsabile dell’adempimento che gli è richiesto di un senso della vita concreto e personale. “
V. FRANKI, Logoterapia medicina dell’anima, Gribaudi, Milano 2001, 112.