democrazia in rete

“A tale proposito, non sono affatto sicuro che le nuove forme di democrazia della rete facciano fare passi in avanti alla partecipazione reale, alla crescita della coscienza ed a una maggiore diffusione di una “sovranità” dal basso. Non solo per l’esiguità delle platee investite, per l’incertezza delle regole e delle garanzie. Piuttosto per il perpetrare e persino l’accentuare la solitudine di chi le pratica e ne è protagonista.

La persona, se non è considerata solo numero o “maschera” sociale, è innanzitutto relazione; relazione con l’altro. Relazione vissuta, reale, incarnata; che comporta un’esposizione faticosa ma straordinariamente gratificante e arricchente nel confronto con il tuo interlocutore; che ti porta doni, e anche prezzi da pagare in conseguenza delle opinioni che esprimi. La rete, fantastica innovazione per l’informazione, non realizza questa esperienza e vicinanza. Nella rapidità del confronto, in realtà, marca una lontananza.

È la ragione per la quale il confronto politico attraverso di essa, appare ripetitivo, assertivo, apodittico, non di rado offensivo e violento. Non c’è stile dialogico, fiducia nelle argomentazioni che possono modificare il tuo pensiero o quello della persona con la quale ti stai intrattenendo.

In realtà si accetta l’atomizzazione in monadi un po’ disperate tipica della nostra difficile modernità; senza, purtroppo, determinare una crescita della coscienza dei cittadini e un miglioramento della democrazia.” (Goffredo Bettini)

 


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