Seduto su una panchina nel giardino di fronte alla Sagrada Familia, contemplo la meravigliosa facciata dedicata alla natività, sublime opera di Gaudi. Sono circondato da una nuvola di turisti che fotografano, parlano, commentano, si confrontano, gridano, si salutano e telefonano.
Accanto a me si siede una donna dai tratti chiaramente orientali e la sua piccola figlia: una bambina di sette o otto anni, due occhi color cielo ed uno sguardo incantevole che rivela una espressività timida e dolcissima. Estrae dalla sua borsa un blocco da disegno e una matita con la quale inizia ad abbozzare i contorni della Sagrada. Incuriosito seguo la sua matita che traccia sul foglio bianco linee e tratti, che riproducono i contorni della famosa chiesa: è straordinario notare come la bambina venga colpita da alcuni dettagli dell’edificio, che poi riproduce, fedelmente, sul suo foglio di carta: le quattro guglie, il portale, il timpano, alcune statue sulla facciata…
A bene vedere davanti a me ho l’originale di Gaudi ed un secondo originale, quello del disegno della bambina sedutami accanto: due opere d’arte, quelle del famoso architetto spagnolo e quello che gli occhi della piccola hanno colto di quel ricchissimo edificio; c’è la sensibilità dell’artista e la sensibilità della bambina, che ha rappresentato ciò che ha colpito i suoi sensi e attivato la sua immaginazione.
C’è sempre un nostro “disegno” delle cose che vediamo, delle esperienze che facciamo, di quanto accade sotto il nostro sguardo. Ciascuno di noi ha il proprio foglio di disegno, sul quale restituisce agli altri il mondo visto attraverso i propri occhi.
Ogni cosa è interpretata da ciascuno di noi attraverso la “matita” della propria mente e del proprio cuore; e ne escono così infiniti ritratti, multiforme rappresentazioni, disegni unici e irripetibili, come unico ed irripetibile è il nostro modo di abitare il mondo.
Quella bambina e il suo disegno incantevole mi hanno ricordato che il nostro sguardo sul mondo è sempre prospettico ed interpretante: non esistono le cose in sé, ma sentiamo le cose con i nostri sensi e le interpretiamo con i nostri disegni. Rappresentiamo ciò che ci accade alla luce della nostra sensibilità e del nostro animo.