journal de bord – 5

In attesa dell’inizio della Messa, questa mattina straordinariamente all’interno della Sagrada Familia a Barcellona, osservo ammirato lo splendore della Chiesa. Lo spettacolare gioco di luci delle vetrate e le insolite colonne disegnate da Gaudì danno la sensazione di trovarsi in una foresta costruita dalle mani dell’uomo. L’irregolarità dei pilastri e la ricchezza di volte e archi comunica lo stupore di trovarsi in una terra florida e ricca, luogo abitabile e abitato dall’umanità, terreno non di lotta o di rapina, ma di comunione e di fraternità.

È suggestiva questa geniale intuizione di Gaudì: entrare nel luogo sacro e riscoprire la sacralità di tutto il creato, la santità di tutte le cose. Il “dentro” immediatamente rimanda ad un “fuori”, quasi che quella chiesa, quel piccolo luogo in cui mi trovo, altro non fosse che l’anticipazione e la promessa dell’abitabilità e dell’armonia di tutta la creazione.

E questa terra è terra abitabile per tutti. Seduto in queste panche ne hai come la plastica testimonianza: gente da ogni dove, in una babele di lingue, “abita questa foresta”, calpestano la sacralità di questo luogo da fratelli. Si sentono concittadini della terra, pellegrini dello stesso viaggio. Stanno qui raccolti come uomini invitati da queste colonne ad alzare lo sguardo, ad aprire gli occhi, per sorprendersi delle meraviglie di ciò che ci circonda


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