lagnanze

Già che siamo proprio un Paese strano.

Fino a ieri abbiamo sentito gli antemi di chi alzava la voce contro la classe politica perché incapace di scrivere una legge elettorale. Anzi si lasciava trasparire il sospetto che questa nuova legge non la si volesse di proposito approvare perché la vecchia (che è poi anche ad oggi quella in vigore) lasciava ampi margini di scelta ai segretari di partito. Sono gli stessi che in questi giorni stanno “sparando a zero” contro quella in discussione in parlamento.

Poi abbiamo sentito anche le lamentazioni di chi sosteneva che la legge va fatta coinvolgendo tutti per poi sentirsi rinfacciare che si trattava di un inciucio, architettato subdolamente per tagliare fuori qualcuno (ma quel qualcuno si sarebbe mai seduto a qualche tavolo per discutere???).

Poi il proporzionale ci avrebbe condotti alla ingovernabilità, ma anche il poco maggioritario presente nella legge e che spinge verso la creazioni di coalizioni non va bene perché è solo una strategia per segare le gambe ai M5S…

Ci sono quelli che accusano che le liste bloccate sono un insulto alla scelta dei cittadini, o altri che lamentano che le preferenze fanno lievitare i costi delle campagne elettorali e alimentano il voto di scambio (in certe zone si sa come vanno le cose); ma anche i listini corti bloccati si attirano l’ironia e la disapprovazione di tanti.

Tutto questo per dire che quando uno fa della critica la sua professione, di motivi ne trova sempre a bizzeffe. Chi vive perennemente incavolato col mondo troverà sempre qualcosa di cui lagnarsi, a torto o a ragione. Ormai assistiamo alla fiera delle lamentazioni, in cui quello che conta è mugugnare “a prescindere”, anche senza un particolare motivo.

Ora: non sono un difensore di questa legge elettorale. Si poteva fare meglio? Ma certo! È un colpo di stato o un golpe? Certo che no! Si critichi pure, si alzino barricate, si scrivano commenti infuocati sui giornali, ma, per favore, ogni tanto prendetevi la briga di leggere quello che avete scritto il giorno prima.


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