vuoto

Di certe persone talvolta senti una mancanza intensa, fisica, quasi dolorosa… è difficile spiegarsi il perché, cosa esattamente ti mancchi di loro. Eppure percepisci il senso di una assenza, di qualcosa che manca alle tue giornate, come un senso di incompletezza, come il desiderio di quel piccolo dettaglio che renderebbe la tua esistenza un quadro compiuto. È soprattutto quando le incontri che si riaccende questa esperienza di privazione: quando passi del tempo con loro si riaccende quel desiderio di presenza, che avevi sopito a prezzo di grande fatica.

Puoi tentare di compensare la loro assenza con altre cose, surrogando l’originale con dei sostituti, ma non funziona: all’inizio hai l’impressione di aver avuto successo ma, con il tempo, il valore del “pezzo originale” emerge con inusitato vigore e sancisce il fallimento di ogni illusoria compensazione.

Questo senso di vuoto lo cogli con maggior vigore nei giorni di malinconia. A dire il vero non saprei definire esattamente il rapporto di causa ed effetto: mi chiedo se sia la loro assenza che provoca questa mestizia o se sia invece questo sentimento triste a costituire l’humus ideale per il suo attecchimento.

La cosa “positiva” è che è proprio questo sentimento di vuoto a renderle presenti nella tua vita: con alcune persone godi del loro esserci, dei loro contatti e delle loro parole; con altre sei chiamato a gustare la loro compagnia proprio in quel vuoto che ti abita dentro.


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