facce da lunedì mattina

La facce del lunedì mattina sono sempre particolarmente assonnate e affaticate. Le incroci in stazione, in metrò o per strada e ti rendi subito conto che non sono le facce di sempre. La ripresa della nuova settimana è sempre qualcosa di oneroso e faticoso. La fine del week-end ti obbliga a riprendere il ritmo, i soliti impegni, le scadenze, i problemi e le urgenze; rivesti gli abiti della quotidianità, con i soliti tempi, quelli un po’ frenetici e compulsivi che accompagnano ogni settimana lavorativa.

È proprio per questo che questi volti sono poco luminosi di lunedì: sono visi di chi è consapevole che un nuovo tratto di strada lo aspetta e che non è detto che sia un tratto piano, in discesa o con un bel panorama…anzi, non è da escludere che arriveranno spinte e contraccolpi da attutire e da cui difendersi..

E tuttavia in questa assonnata riluttanza c’è di più.. c’è più di una fastidiosa insofferenza al lavoro e all’impegno… No, decisamente c’è di più…

Non è forse vero che anche questa inerzia appartiene al nostro essere persone adulte, chiamate ad affrontare la vita anche quando essa mostra il suo tratto faticoso ed urticante? Vivere la vita da adulti, da gente tendenzialmente matura e riconciliata, non significa anche trovare il Nuovo nel ritmo ripetitivo dello Stesso? Non è forse vero che si diventa adulti quando si lascia la pretesa giovanile che la Novità della vita consista nell’incessante accadimento di ciò che è diverso, inedito ed inebriante? Per l’adulto la Novità non prende forse la forma della tenace fedeltà al Medesimo?

È la fedeltà alle cose di sempre che ha il potere di rendere nuovo anche ciò che ritorna, anche ciò che riaccade, ciò che si ripresenta con tenace puntualità. Solo gli occhi fedeli sanno scorgere in ciò che “è sempre” la perenne Novità della Vita


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