La meraviglia spesso si nasconde nei dettagli, in qui minuscoli particolari che sfuggono ad uno sguardo superficiale e sommario.
È come quando passi davanti ad un opera d’arte di grande valore e ci butti solo un occhiata fugace ed approssimativa: tutto ti appare qualcosa di normale, di abituale e di ordinario. Succede invece che se sei disponibile a rallentare, a perdere del tempo e a dedicare un poco di attenzione a quell’opera artistica, inizi a notare minuzie che ti erano prima sfuggite. Cominci a distinguere, uno dopo l’altro, piccoli aspetti che fanno di quell’opera un piccolo capolavoro. Osservi l’estro dell’artista, l’ingegno dell’autore, la perizia della mano esperta che ha saputo creare qualcosa di così bello e notevole.
L’emersione di questi dettagli di valore ti solletica a scoprirne di ulteriori, a rallentare ancor di più sguardo per indagare, per esplorare, per scrutare altre piccole cose che rendono unico e prezioso quel pezzo…. Inizia così un’avventura straordinaria, fatta di fascino e di mistero, di curiosità e di appetito. Si attiva una specie di corpo a corpo tra te e l’artista e, attraverso la sua opera, ne resti coinvolto e ammaliato, sedotto e fascinato.
Quei piccoli particolari sono divenuti come delle leggere orme che l’artista ha disseminato sul terreno per invitarti a fare un viaggio, un passo dopo l’altro, quasi esortandoti a mettere i piedi in quell’orma, a seguire quella traccia, a mimare quel movimento.
Ed è proprio così che nasce la meraviglia e si genera lo stupore: quando ti rendi conto che la pazienza dello sguardo si è tradotta nel fascino della contemplazione, in quel luogo suggestivo e fatale che straborda sul Mistero.
(la foto è un particolore del monumento funebre nel Hofkirche a Innsbruck)