Ehhh… ormai ci siamo… questa desolante campagna elettorale sta giungendo al termine e domenica, finalmente, correremo tutti al voto (o almeno spero). Condivido con tutti voi lo spaesamento per un dibattito politico al limite tra il surreale ed il farsesco, con promesse mirabolanti senza un minimo di senno né di copertura economica. Ci siamo trovati coinvolti in una gara di “chi la spara più grossa” tra proposte demenziali di uscita dall’euro, di ripristino delle frontiere nazionali, di esplosioni di massa degli immigrati, di boutade da cabaret, se non fossero sulle labbra di chi corre davvero il rischio di dover governare la settima economia mondiale.
Mi è capitato tra le mani questo articolo di Francesco Costa: onestamente non so chi sia né di che tendenza politica abbia…ma sento di condividere parola per parola la sua analisi (d’altra parte ogni tanto non è bello essere d’accordo con qualcuno a prescindere dal fatto che sia un amico, un nemico o un amico del mio nemico o un nemico del mio amico?). La condivisione della sua lettura si estende anche all’amara considerazione di non avere opzioni politiche serie tra cui scegliere e che, per l’ennesima volta, occorrerà votare sempre “in emergenza”, senza poter esprimere un voto realmente libero perché compiuto tra proposte politiche serie, credibili ed alternative.
Così Costa conclude il suo pensiero (qui trovate il suo articolo):
“Questo è un post che prende atto con enorme preoccupazione del fatto che oggi in Italia la democrazia sia mutilata non dai presunti “poteri forti” – semmai dalla loro pavida abdicazione – bensì dall’impossibilità di esercitare una vera scelta tra opzioni politiche anche molto diverse ma che non facciano temere tragedie. (…)
Io vivo in una delle città più prospere e meglio amministrate d’Italia, sono un uomo, ho la cittadinanza italiana, sono relativamente giovane, sono normodotato, sono autosufficiente, sono eterosessuale, sono bianco, non ho figli, ho un lavoro stabile e che mi piace e uno stipendio che mi permette di vivere serenamente. Sono letteralmente il ritratto del privilegio, in un posto come l’Italia del 2018. Non sono al riparo da tutto – uso le strade e gli ospedali che usiamo tutti, pago le tasse, mi affido alle forze dell’ordine per la mia sicurezza, eccetera – ma comunque vada me la caverò. Posso permettermi di votare per “dare un segnale” o perché Renzi mi sta sul cazzo, posso votare per contestare una sola questione – che sia il caso Regeni o la gestione dei flussi migratori – infischiandomene del fatto che il ministro degli Interni Matteo Salvini e quello degli Esteri Carlo Sibilia proprio su quelle questioni avrebbero fatto e faranno molto peggio. Io lo posso fare, starò bene comunque, anzi, magari mi tolgo pure una soddisfazione. Se però siete donne, studenti, stranieri, genitori, malati, disoccupati, precari, disabili, omosessuali, non bianchi, se non potete vaccinarvi, o se avete a cuore la serenità di almeno una di queste categorie di persone, io ve lo dico, guardiamoci negli occhi: forse non ve lo potete permettere, di giocare col fuoco.”