In questi ultimi mesi mi sono trovato, un po’ involontariamente, a cambiare diverse cose della mia vita: il lavoro, le abitudine, le persone che frequento, gli ambienti che abito, le attività che mi sono assegnate, gli orari con cui scandisco la mia vita, le cose che possiedo e che utilizzo. Sono cose forse un po’ “periferiche” della mia vita, ma a ben vedere neanche tanto. Perché se è vero che esse hanno toccato solo tangenzialmente le scelte di fondo della mia esistenza, è pur vero che l’impatto concreto sulla vita di tutti i giorni è stato tutt’altro che ininfluente. Sicché in questo periodo mi sono sentito un po’ come un viandante, un ramingo che è costretto spesso a cambiare posizione, stile di vita, consuetudini.
Questo vagabondare per un verso mi ha solleticato il desiderio di “trovare casa”, di fermarmi, di individuare un posto in cui lasciarsi custodire dalle abitudini; per altro verso però, esso mi ha insegnato che, talvolta, nella vita, occorre saper viaggiare leggeri, senza inutili pesi o ingombranti bagagli. Non significa camminare senza niente: non sarebbe né possibile né utile. Ciascuno di noi ha sulle spalle un proprio zaino fatto di cose, esperienze, competenze, persone ed incontri che si porta dietro e che accompagnano il suo andare.
Impari invece a discriminare, a discernere ciò che è essenziale da ciò che non lo è. Comprendi così che alcune scelte richiedono tempo ed attenzione mentre molte altre non sono così centrali per la tua vita. Apprendi che di certe cose puoi fare a meno o che, per lo meno, la loro assenza o momentanea indisponibilità, non è così grave né drammatica. Ciò che fino a poco fa mi faceva sentire perso, smarrito o nudo, ora è stato come depotenziato e smascherato nella sua presunta importanza.
In modo perfettamente simmetrico ti addestri a riconoscere le cose di valore che non devono mancare nel tuo zaino, cose talvolta piccole e minute, ma dotate di grande importanza. Sono cose concrete, oggetti ma sono anche relazioni, atteggiamenti, parole o gesti che stimi come necessari al tuo viaggio.
In fondo accade così per ogni trasloco che la vita ci spinge a compiere: quando fai gli scatoloni non ci puoi mettere tutto dentro: qualcosa va conservato, molto altro va lasciato. È difficile e dolorosa questa cernita, e soprattutto non è immediate né intuitiva. È solo con il tempo che realizzi ciò di cui hai davvero bisogno e ciò che invece è un inutile orpello. E sono gli scatoloni che hai fatto in passato ad indirizzarti e a suggerirti quanto è bene trattenere e quanto è più saggio lasciare andare.