nessun andare è senza senso

Quando ascolti e parli con i giovani, condividendo un poco le loro storie, i loro percorsi, le loro vicissitudini, scopri con meraviglia che esistono strade diverse attraverso le quali ciascuno di loro si apre gradualmente al Mistero delle Vita, al suo Nucleo originario, al Senso eccedente che la abita, a quello strato di esistenza che va oltre l’epidermide dei giorni, oltre la superficialità degli eventi e delle cose che accadono. L’itinerario che ciascuno di loro intraprende è ricco e variegato quanto lo sono i loro sguardi, la loro sensibilità ed il loro modo di percepire la realtà.

Vi sono coloro che crescono e maturano con una naturale progressione, con una crescita lenta e graduale, aprendosi alla bellezza e alla complessità della vita un passo dopo l’altro, aggiungendo allo zaino delle proprie esperienza i minuti, le ore, gli incontri ed i discorsi, come doni che l’esistenza elargisce con parsimoniosa abbondanza.

Ma per altri il percorso è più tortuoso ed accidentato, talvolta rallentato o addirittura stretto in tempi di sosta anche prolungata. C’è chi cammina cammina senza una meta precisa, impegnato e assorbito dai passi che sta compiendo, senza la capacità di alzare lo sguardo per scrutare l’orizzonte. C’è chi bivacca ai lati della strada, accampato sotto una tenda di fortuna, incurante della vita che scorre a fianco. C’è poi chi è costretto ad una sosta di emergenza perché segnato e sconfitto dall’esistenza: le ferite che porta sul corpo non consentono di procedere nel viaggio ma obbligano a soste che leniscano le fatiche. Incontri poi viaggiatori di lungo corso, che iniziano a dubitare della direzione intrapresa, si interrogano se la meta verso cui sono diretti sia quella giusta. Li trovi lì assorti ed un po’ introversi, con molti pensieri che frullano nella testa e perplessità che abitano il loro cuore.

Quando avvicini qualcuno di questi “pellegrini” non sai esattamente con chi avrai a che fare, non identifichi subito lo stile del loro camminare. Ti è richiesta molto ascolto e grande attenzione per sincronizzare il tuo passo con il loro, per evitare di correre troppo in avanti o di assumere un andamento troppo calmo. Il segreto sta proprio nel accordare la camminata, nel trovare un ritmo del passo che soddisfi entrambi.

Ma una certezza ti si offre con straordinaria chiarezza: nessun andare è senza senso, nessun passo è fatto invano, non c’è viaggio che non possa avere una meta, anche se al momento appare lontana o confusa. Vi è una solida speranza che alberga nel tuo cuore in questo accompagnamento e dice che al traguardo si giunge percorrendo sentieri anche molto diversi, talvolta piani altre volte impervi. Intendiamoci: non è una speranza che nasce naturale, né spontanea; è una speranza acquisita e maturata, sudata a prezzo di molte frustrazioni e disorientamenti.

Ma quella speranza nasce dal riconoscere che alla vetta si arriva percorrendo sentieri diversi, che a volta prevedono deviazioni e smarrimenti, soste e digressioni. Ognuno ha una propria storia, propri intenerari esistenziali, strategie di crescita e di sopravvivenza, tempi e modi propri… la sfida consiste nell’orientare questo continuo andare verso un obiettivo, un traguardo, un compimento.


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