Che perditempo i nonni! Sempre a bighellonare insieme ai nipoti, perdendo il senso del tempo e delle cose da fare.
Arrivo questa mattina in stazione per prendere il treno e mi accolgono due bambine (avranno avuto 7 o 8 anni) insieme al nonno. Sono venute in stazione per vedere i treni passare. Entrambe stanno mano nella mano con il nonno che non le lascia nemmeno per un secondo, tutti a debita distanza dalla riga gialla di sicurezza. Scrutano da lontano i binari in attesa di un treno di passaggio.
Il nonno è un uomo grassottello, calzoncini corti ed un sorriso bonario e simpatico. Le due bimbe, vestitino leggero estivo, gli stanno accanto con uno sguardo adorante e pendendo letteralmente dalle sua labbra. Ogni tanto il vecchio dà loro qualche istruzione o spiegazione e le ammonisce a fare attenzione per evitare spiacevoli incidenti. Si siedono poi sulla panchina del binario: l’anziano si mette in braccio la più piccola mentre la grandicella si siede accanto a lui, il tutto in mezzo ad uno sciame di pendolari in attesa del treno per andare al lavoro.
Che invidia per quell’uomo! Sta li seduto a non fare nulla, accudendo i propri nipoti, senza lasciarsi trasportare dalla frenesia che anima la stazione di prima mattina. Quell’uomo, insieme alle due bambine, perde il senso del tempo, lascia che fluisca senza alcuna ossessione di controllo e di misura. Sta lì, seduto insieme alle sua nipotine ad aspettare che un treno passi e gli scompigli i pochi capelli bianchi rimasti in testa e agiti il vestitino colorato delle bimbe.
Già che essere nonno ti porta forse a vivere il tempo in modo diverso, soprattutto se le ore sono riempite dalla presenza dei nipoti. I nonni hanno passato una vita a correre da una parte all’altra, tra lavoro, famiglia, figli, impegni e scadenze ed ora si concedono il lusso di “perdere” così generosamente il proprio tempo. Forse il procedere nella vecchiaia avrebbe suggerito un uso più utile e produttivo del proprio tempo, giacché se ne ha a disposizione sempre meno. Ed invece no.
Forse le lunghe corse alle spalle hanno loro insegnato che tutto questo correre non li porta da nessuna parte. Forse arriva un momento che occorre fermarsi e vivere, godersi il passare del tempo, assaporare la presenza delle persone, stando lì, senza obblighi o impegni, non facendo nulla.
Forse diventare nonno ti porta in dono un gusto molto particolare: quello di lasciare che il mondo ti corra attorno con frenesia e ansia, sapendolo osservare con sereno distacco ed intima pace. In fondo ti basta poco: una panchina, l’affetto di due nipotine ed un treno che ti passa veloce davanti, portando via quello che resta di amare delusioni giovanili.