Sarà anche divertente ma a me onestamente non fa molto ridere. È un video che gira in questi giorni su internet: mostra una fermata della metropolitana di Napoli. Davanti ai tornelli si accalcano numerose persone, una folla che via via diviene sempre più fitta. Tutti in attesa di entrare in metropolitana. Ad un certo punto giunge un passeggero che attraversa le barriere timbrando il biglietto. Ed ecco che si crea una lunghissima coda, tutti dietro quel l’unico passeggero pagante, per entrare in metropolitana senza pagare il biglietto. E non parlo di due o tre portoghesi (come si chiamano in gergo). No, la coda è lunghissima, saranno almeno una cinquantina di passeggeri, tutti abusivi, tutti senza biglietto, tutti i viaggiatori a carico della comunità.
È vero che la scena ha un non so che di buffo ma presto il sorriso si tramuta in un ghigno triste ed amaro. Queste scene fanno ridere se le vedi su Paperissima ma quando raccontano la quotidianità del nostro Paese resta ben poco di cui sorridere. È solo un biglietto si dirà, uno o due euro…Già, ammetto che qui si rischia di fare la figura del moralista e del bigotto. Eppure se ci penso mi convinco che non è solo il biglietto, non è questione di pochi euro. Qui la posta in gioco è molto più alta.
E mi vengono in mente i diligenti passeggeri londinesi che improvvisano delle improbabili file in attesa dell’autobus, attenti a non rubare il posto al proprio vicino. E penso agli educati automobilisti di Helsinki che, quando ti avvicini alle strisce pedonali, si fermano per lasciarti passare, e tu, che non sei abituato a questa reazione, li guardi un po’ stupito ed un po’ sospettoso. Mi ricordo pure i viaggiatori di Utrecht che, seduti nella carrozza del treno riservata al silenzio, ti guardano storto si accenni una parola al tuo vicino.
Saranno tutti dei marziani? Può essere… ma resto convinto che lo stile di una persona così come di una comunità la si vede dai piccoli dettagli, da qui particolari innocui e minimali che sanno però raccontare più di mille parole. Si dice che il diavolo si nasconde nei dettagli… è vero: tutti sono capaci di grandi discorsi e azioni ma sono le cose minime ed irrilevanti che manifestano l’indole di una persona o di una comunità.
E così il vedere una scena del genere, con una mandria di “portoghesi” pronti a fregare il prossimo mi fa pensare che davvero il nostro livello di civiltà e di rispetto reciproco è assai basso. Perché di quello si tratta: del riconoscere che quanto sottraiamo alla comunità non cade sotto la definizione “furbata” ma la si trova alla voce “furto”, fatto al vicino di casa, al collega di lavoro e a tutti colori che vivono insieme a noi in questo Paese.
Siamo tutti molto attenti a reclamare i nostri diritti, quello che ci spetta e che ci deve essere riconosciuto. Sarebbe bello se la stessa attenzione e foga la dedicassimo anche a rivendicare i nostri doveri, quanto siamo chiamati a dare agli altri in nome della comune convivenza. Mica cose grosse ed impegnative eh… cose piccole come pagare un biglietto del tram.