La demagogia talvolta, o forse sempre, ha il tono suadente del buon senso, della cosa detta a proposito e con buone intenzioni. La demagogia non appare da subito nella sua assurda irrealtà o falsità.. no, è ammantata dal quell’aurea di ragionevolezza che la rende così acriticamente accettata e benedetta. Ecco perché è così pericolosa e minacciosa: perché scivola veloce tra le cose giuste senza averne alcun titolo né requisito; perché si afferma come una considerazione sensata anche quando non lo è.
Ne volete un esempio? Ieri ho letto questa dichiarazione di uno dei nostri vice-premier, relativamente ai prossimi impegni economici del nostro paese: “Siamo a un bivio al quale si sono trovati i governi degli ultimi venti anni: scegliere se ascoltare un’agenzia di rating, che legittimamente fa il suo lavoro, o mettere al centro di cittadini. Le due cose non devono andare una contro l’altra, ma nel caso sia così sceglieremo sempre gli italiani. Non pensiamo di rassicurare un’agenzia di rating e i mercati e pugnalare gli italiani alle spalle”. Come dargli torto? Ovvio, no? Chi di voi preferirebbe i propri concittadini alle severe ed un po’ antipatiche agenzie di rating? Chi non vorrebbe “buttare dalla torre” Fitch, Standard&Poors o Moody’s e salvare uno dei poveri disgraziati abitanti del Bel Paese? Messo in questi termini non c’è molto da discutere…
Ma è così che la demagogia spadroneggia, che regna sovrana della comunicazione: nel far credere che fare “il muso duro” con i mercati e “fragrasene” allegramente delle regole sia il modo migliore per tutelare i propri cittadini. Esattamente, come lascia intendere la dichiarazione, quello che hanno fatto i precedenti governi, che, secondo lui, hanno sacrificato i più deboli ed indifesi sull’altare del liberalismo selvaggio. Ma è davvero così? O si vuole “vendere” mediaticamente una versione un po’ “aggiustata” delle cose?
Perché se penso a cosa potrebbe succedere se fossimo sottoposti ad un attacco speculativo, non so chi pagherebbe di più questa crisi finanziari… se la nostra valuta diventasse carta straccia e lo stato fosse costretto a drastiche e drammatiche riduzioni di spesa (parlo di pensioni, sanità, welfare…) per tenere sotto controllo il proprio debito, chi secondo voi ne farebbe principalmente la spesa? Non certo chi ha conti off-shore o proprietà a Montecarlo…
Se lo stato non riesce a tenere i conti in ordine e in tal modo far si che il nostro enorme debito pubblico venga rifinanziato (ossia ci sia qualcuno disposto a comprarlo ad un costo “ragionevole”), chi ne pagherà le conseguenze saranno ancora i soliti poveri diavoli…
Allora propagandare che tenere in salute i nostri conti sarebbe un favore ai mercati è pura demagogia, oltre che una idiozia. E lasciar immaginare che alzando un po’ la voce e facendo il muso duro sia il modo in cui si tutelano i più deboli è una castroneria madornale. Tuteliamo la nostra comunità se preserviamo il valore del nostro risparmio, se teniamo sotto controllo i “fondamentali” dell’economia, se teniamo i “conti in ordine” così da continuare a meritare fiducia e credibilità. Lo so che così si ottengono pochi like sui social ma almeno si evita di raccontare frottole.