Mentre assistiamo tutti sgomenti alla sorte di 49 (dico q-u-a-r-a-n-t-a-n-o-v-e) disperati che sfuggono da fame e torture, manco ci fosse una invasione di Unni, c’è un intero paese che va in recessione. Lo certifica oggi l’ISTAT. Dopo 14 trimestri di crescita ed espansione, l’Italia torna in recessione, con il PIL con il segno meno davanti.
Mentre ci godiamo lo spettacolo del “prepotente del quartierino”, come immobilizzati di fronte alle gesta da reality show, la realtà presenta il conto di una situazione che sta diventando preoccupante. Anche perché, diciamolo chiaro, dovremmo essere tutti ormai avvezzi a certe buffonate: chi di noi non aveva in classe lo spavaldo di turno, che faceva il fenomeno a destra e a manca, per poi ripiegare su più miti consigli non appena il professore metteva piede in classe? È bastata una richiesta di autorizzazione a procedere per spazzare via, in un sol colpo, ore e ore di diretta social, migliaia di post “muscolosi” ed un “me ne frego” ripetuto ossessivamente come un mantra.
Ma tutto questo è solo avanspettacolo: la sola cosa seria di questo circo sono i dati nudi e crudi dell’ISTAT. Siamo di nuovo in recessione, tecnica per l’amor di Dio, come se questo aggettivo dovesse attutire un colpo un po’ troppo duro. Non siamo i soli, mi si dirà, anche la Germania, locomotiva d’Europa, mostra segni di cedimento. È vero.
Ma la cosa allarmante sono le misure che il nostro paese ha messo in campo per affrontare i tempi di “vacche magre” che ci attendono. Da una parte un po’ di prepensionamenti (di questo si tratta, senza troppi giri di parole…), con la debole speranza che, in un periodo di contrazione economica, le aziende decidano di sostituire i pensionati con nuovi assunti. Voi ci credete?
Dall’altra una misura che confonde la povertà con la disoccupazione: la prima, quando cronicizzata, richiede sussidi; la seconda la si cura con il lavoro. Ma come potranno questi diecimila “navigator” creare nuovo lavoro, solo Dio lo sa! Perché ci vorrà un miracolo per far incontrare milioni di braccia disoccupate con un posto di lavoro che non c’è… camminare sulle acque potrebbe risultare una sfida più semplice…
E poi diciamocelo chiaro: ma voi ve lo vedete in Italia assumere migliaia di navigator solo con un colloquio? Qui siamo bravissimi ad imbrogliare ad un concorso… immaginatevi un semplice colloquio… roba da principianti…. Anche perché, manco a dirlo, tutti questi co.co.co. hanno già ricevuto la promessa di essere stabilizzati nell’apparato pubblico. Ciascuno di voi puoi immaginare cosa potrà succedere nel nostro Bel Paese.
In sintesi: l’Italia entra in recessione, le opere pubbliche e gli investimenti sono fermi (vogliamo parlare della TAV?), puntiamo tutto su un po’ di prepensionamento ed un po’ di sussidi e partecipiamo, tutti accalorati, alla sorte di un pugno di disperati! Morale della favola: abbiamo un mirabolante futuro le spalle…