Oggi è tempo di semina. Chiunque lavori in ambito educativo con dei giovani deve ricordarselo sempre, come un mantra da ripetere alla mattina quando ci si sveglia e la sera prima di addormentarsi.
Non iniziate nessuna esperienza educativa se pretendete di avere da subito un raccolto, se pretendete un riscontro a quello che state facendo, un esito visibile ed apprezzabile. Non sarà cosi e prima accetterete questa cosa e prima ridurrete la frustrazione che provate.
Dico riduzione della frustrazione perché, per chiunque, è inevitabile che vivere il periodo della semina comporti la gestione di un senso di impotenza, di inutilità, di imprevedibilità e tutto questo genera un senso di naturale frustrazione in chi opera. E come potrebbe essere diversamente?
Oggi è tempo di seminatori generosi, volenterosi e perseveranti, gente che è disponibile tutte le mattine ad uscire da casa per spargere a piene mani la semente che si porta nella borsa, senza badare troppo a dove il seme cadrà: se sul terreno fertile o sulla strada dove gli uccelli di passaggio presto se lo mangeranno. È tempo di gente pronta a lavorare in perdita, non come una tra le opzioni possibili ma come l’unico prerequisito indispensabile per fare alcunché: inutile fare previsioni di ritorno o di resa dell’investimento. Il tuo conto sarà sempre in rosso, sempre in perdita.
È per questo che serve gente che sappia vivere con fortezza e speranza. Fortezza perché reggere questa semina “a perdere” non è per nulla facile: è logorante questo modo di procedere e occorrono anime forti per reggere l’urto della realtà. Ma serve anche gente ricca di speranza perché questa testardaggine a seminare non nasce da una determinazione insensata o ostinata ma origina dalla speranza, dalla fiducia che quel seme gettato ha in se la forza per germogliare, indipendentemente dal nostro impegno, dalla forza o dalla precisione del nostro lancio, e talvolta indipendentemente dall’apparente natura del terreno che accoglie.
Oggi è il tempo dei seminatori. Lasciate in garage i macchinari da raccolta, i carri per caricare il frumento maturo. Oggi servono grandi sacchi di seme, mani generose per il lancio e tanta tanta fiducia nella bontà del seme.