quando la vita è troppo

Vi sono giorni in cui la vita toglie il fiato, in cui le incombenze e le cose da fare ti appaiono di fronte come un muro insuperabile, come una montagna impossibile da scalare o come un fiume difficile da attraversare.

Sono attimi in cui il terrore ti assale, in cui il panico invade le tue membra, come un vento che le gela e le anestetizza, paralizzando ogni movimento ed ogni gesto. Sì, perché la paura ha questo singolare effetto su di noi: ci pietrifica, ci immobilizza, ci impedisce qualunque passo in avanti. Sperimenti un senso radicale di impotenza, di inadeguatezza, di incapacità ad attraversare quelle ore che ti conducono alla fine della giornata. Hai voglia solo di fuggire, di rinunciare, di mollare la presa, di alzare le mani e di arrenderti a quel nemico troppo forte.

Sono quelle giornate in cui maturi l’impressione di essere al posto sbagliato nel momento sbagliato, perché tu lì non ci puoi stare: ti mancano le energie e la capacità per affrontare tutto quanto la vita ti ha messo davanti. Sicché ogni atto, ogni singolo movimento, ogni leggero sussulto lacerano la tua anima, come uno sforzo che senti insostenibile e una fatica che non puoi tollerare.

Ci sono giornate in cui la vita ti impone un passo greve e doloroso, pesante e faticoso. Inutile coltivare grandi sogni, pensare ad imprese eroiche o a cambiare il mondo.

In certe giornate l’importante è sopravvivere, restare in piedi e non cadere; in certe giornate hai bisogno di affidabili punti di appoggio, roba semplice e di poco valore, ma capace di garantirti quel minimo di equilibrio necessario per arrivare a sera.


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