Ogni anno l’avvento ci ricorda che siamo tutti gente in attesa, gente che guarda al domani come l’auspicio di un complimento e l’anelito di una promessa. Quello che cambia è il contenuto di questa attesa, ma forse l’esperienza dell’attendere appartiene alla nostra struttura umana, è un gene qualificante il nostro DNA, è tra le cose che distingue noi uomini dalle bestie.
Non è sempre chiaro l’oggetto della nostra attesa, talvolta facciamo davvero fatica a metterlo sul fuoco. Qualche volta è un successo, una guarigione, un incontro, una promozione o una vittoria; altre volte più prosaicamente sono un po’ di soldi, una vacanza, una casa o un vestito nuovo. Altre volte ancora attendiamo la persona giusta, l’amore della nostra vita, un figlio, un amico sincero o una nuova possibilità dall’esistenza.
Penso che sia la dinamica stessa del desiderio, da cui siamo abitati, che fa di noi “esseri umani in attesa”, ossia persone non appiattite sulla oggi, insoddisfatti dell’istante, incompiute nell’attimo. Il movimento del desiderare crea un dinamismo di uscita, di slancio, di pro-getto, di pro-pensione e di sbilanciamento.
L’avvento ci rammenta che siamo persone che vivono con un piede nel presente ed un altro nel futuro, che c’è un tratto “esodico” che connota la nostra vita e che la dimensione presenziale è insufficiente a qualificare la nostra identità.
Siamo viandanti in cammino verso una meta, camminatori che, non senza deviazioni o soste impreviste, muovono un passo dopo l’altro verso il compimento di quello che sono.
L’avvento parla alla nostra umanità: ci ricorda che la vita è movimento, auspicio, spinta ed attrazione, nostalgia e struggimento ardente di un avvenire.
L’attesa fa parte dell’esistenza umana, e’ vero ~ L’essere umano nasce con una mancanza, essendo stato deprivato, con la nascita, della dimensione “compiuta”, ed essendo stato collocato nella dimensione precaria, terrena ~ L’attesa e’ la sensazione di questa incompletezza, e ogni desiderio nasce in questa mancanza ~ L’attesa e’ una componente doppia, essa comprende l’istanza ed al tempo stesso comprende la frustrazione ~ Questo secondo elemento e’ l’elemento infernale su cui l’uomo gioca il proprio futuro, finito o infinito, e’ una verifica della sua idoneita’ alla dimensione immortale, una dimensione costituita dalla Forza Spirituale ~ Lo scopo dell’uomo e’ coltivare l’istanza interiore, la tensione interiore, dandole una direzione elevata, per evolvere, senza deviare in facili surrogati ~ Credo che il dramma dell’uomo sia nella sfiducia e nella conseguente debolezza ~ Mi sono dilungata? ~ L’argomento e’ molto interessante! ~ Paola Stellare
"Mi piace""Mi piace"