eroi comuni

28 anni fa come oggi una bomba faceva esplodere la macchina di Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo. Pochi giorni dopo un nuovo attentato tolse la vita a Paolo Borsellino. In questi due drammatici eventi, oltre a due celebri magistrati, persero la vita anche servitori anonimi dello stato, di cui fatichiamo a ricordare il nome: si tratta degli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Claudio Traina.

È gente che si trovava a fare il proprio lavoro, senza pretese di eroismo o di visibilità, gente semplice che, radicata nei valori costituzionali di libertà, giustizia e solidarietà, stata servendo lo stato. Già ..lo stato.. Ennio Flaiano diceva che “i nomi collettivi servono a far confusione. «Popolo, pubblico…». Un bel giorno ti accorgi che siamo noi. Invece, credevi fossero gli altri.”

Mi piace pensare che questi eroi anonimi non stessero servendo (solo) una istituzione o un ideale ma una comunità concreta, fatta da me, da te, da lui e lei e da tutti noi. Una famosa canzone ci ricordava che “gli altri siamo noi”: mimando potremmo dire, senza esitazione, che lo stato siamo noi, la comunità siamo noi, la società siamo noi.

Ecco: ci sono persone che tutte le mattine si alzano e fanno qualcosa di buono per gli altri, per la comunità, e che con umiltà servono un popolo, che spesso si mostra irriconoscente ed ingrato.

Ricorda il presidente Mattarella nel suo messaggio: “La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità.

Credo che a questi servitori di ieri si aggiungono quelli di oggi: non uomini in armi e divisa ma in camice e stetoscopio, che combattono una guerra certo diversa ma non meno impegnativa. Anche tra questi eroi di oggi abbiamo assistito a perdite e cadute, testimoniando un valore non meno esemplare di quello di chi è, ahimè, esploso in un auto. Anche nelle loro vene scorre il “senso del dovere e dell’impegno” ed anch’essi, “infondendo coraggio”,  sono mossi da una “volontà di giustizia e di legalità.”

Trovo che non sia mai scontato né banale quando un uomo o una donna decidono di mettere la loro vita al servizio degli altri, nelle istituzioni, nelle società civile e nel volontariato. Essi formano quella schiera di “martiri laici” verso i quali possiamo solo chinare il capo


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