la maestra Francesca

La storia è di una banalità sconcertante se non fosse diventata, come spesso accade in Italia, oggetto di una contesa onestamente incomprensibile.

A Prato la maestra Francesca sente la mancanza dei suoi piccoli alunni e così, non appena le condizioni lo consentono, pensa di convocare la sua classe al parco per leggere con i suoi ragazzi un po’ storie (ovviamente nel rispetto del distanziamento sociale richiesto). Fin qui restiamo nell’ambito dell’encomiabile disponibilità e sensibilità del nostro corpo docente.

Ma ahimè la cosa non finisce qua: un solerte sindacalista denuncia la cosa ai giornali giacché quella iniziative rischiava, testuali parole, di «far passare da vagabonde (ossia nullafacenti) le colleghe». Non so se avete letto bene: la critica del sindacalista non è legata, che ne so, ai rischi sanitari collegati all’iniziativa, al fatto che la maestra stesse violando alcune norme o alla inutilità della proposta. Nulla di tutto questo. La lamentela nasce dal fatto che – tenetevi forte – le altre maestre avrebbero potuto fare brutta figura…. Ma vi sembra il modo di ragionare?

Abbiamo un sistema pubblico che invece di sostenere ed incoraggiare la libera iniziativa, la disponibilità e l’intraprendenza, smorza ogni passione perché – questa la logica – “se tu fai qualcosa appare evidente che gli altri non lo fanno”. Ma è un gioco al ribasso questo, in cui vengono premiati coloro che “mescolano il solito brodo” senza entusiasmo e iniziativa. Questo modo di ragionare diventa un freno a mano tirato, non solo alla nostra economia, ma anche alla nostra possibilità di crescere e migliorare. È un plauso alla mediocrità, all’inefficienza e alla inettitudine. Invece di premiare chi osa, chi sperimenta, chi ci mette cuore e passione, noi lo “castriamo”, solo perché la sua intraprendenza rischia di far emergere la mediocrità degli altri.

È davvero preoccupante il sottobosco di inettitudine che cresce indisturbato in alcune aree del sistema Paese: sono coloro che difendo posizioni, privilegi e rendite; che si rivelano non solo indisponibili ad alcun miglioramento ma addirittura insofferenti per coloro che questo miglioramento lo cercano con coraggio e passione.

 


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