Pare tratto da un quotidiano la pagina di Paolo di oggi: “E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.”
Sembra un pezzo di cronaca di questo tempo di COVID e non una pagina scritta nel primo secolo d.C. Questo pezzo dell’anno liturgico che volge alla fine è ricco di queste riflessioni sulle “cose ultime”, sulle cose che verranno, sul futuro che ci attenderà. La rovina di cui parla Paolo sono le sventure che hanno accompagnato ogni epoca della storia dell’umanità. Quello a cui oggi assistiamo è, come dire, una esperienza umana fondamentale, che ha caratterizzato generazioni e generazioni di persone prima noi. Anzi i nostri antenati erano assai più “assuefatti” alle avversità dell’esistenza, giacché le possibilità e le “armi” per combattere le sciagure erano decisamente meno potenti ed efficaci.
Ciononostante si resta come basiti e senza parole davanti a questa ammonizione: nessuno potrà sfuggire dalle burrasche che colpiranno le vite di tutti noi. Si percepisce la dimensione drammatica della vita, la sua cifra dolorosa e incontrollabile.
Ma le parole di Paolo vanno lette bene, perché insieme alla premonizione della rovina, esse contengono anche le “lenti” attraverso cui leggere tutto questo. Da bravo maestro Paolo descrive quanto accadrà e immediatamente ne propone una chiave di lettura, certa ed affidabile.
Questa rovine sarà come “come le doglie una donna incinta”: non è casuale il paragone! Paolo avrebbe potuto dire “come un carro che cade in un burrone” o “come una tempesta che colpisce la città”. Invece no. Paolo sa benissimo che il dolore del mondo è la pena che anticipa e accompagna ogni nascita. Il tempo presente, per quanto faticoso e rovinoso, non è preludio alla morte ma alla vita. È una nascita quella che ci attende non la disperazione eterna.
Ecco la speranza: abitare la fatica come un soglia verso il futuro, un passaggio verso la vita, il cammino verso la pienezza. Paolo oggi ci sprona a non perdere di vista il senso nascosto ma prezioso che dimora in ogni fatica, in ogni sofferenza, in ogni caduta. C’è un vagito di vita che ci aspetta alla fine di questo tunnel.