Qualcuno potrebbe dire a quei quattro imbecilli che a Novara, per protestare contro il green pass, hanno sfilato con della casacche a righe stile lager, che l’unica cosa davvero a rischio non è la libertà individuale ma il loro buon senso e la loro dignità?
Perché vedete, la costituzione riconosce a tutti la libertà di espressione e di pensiero ma non la libertà di offendere chi ha subito la tragedia dei campi di concentramento e lo sterminio di massa. Scriveva Evelyn Beatrice Hall: “disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo“. Eppure mi chiedo se davvero si tratti di libertà quella che tende a creare un qualche assurdo collegamento tra un evento che ha portato allo sterminio di sei milioni di ebrei ed una misura sanitaria (discutibile certo..) che ha solo cercato di proteggere delle vite e di creare le condizioni per una (parziale) libera circolazione in questo Paese.
C’è davvero da chiedersi se loro signori abbiamo mai aperto un libro di storia o, se la cosa è troppo difficile, visto uno dei molti film sull’argomento, o ascoltato le migliaia di testimonianze dei pochi che da quei luoghi di morte sono usciti vivi. Sorprende come delle persone normodotate, con a disposizione un archivio sconfinato di informazioni sul proprio cellulare o pc, possano permettersi una tale volgarità ed una negazione così evidente della realtà delle cose.
È preoccupante la cosa: logoriamo le parole, logoriamo i simboli, trasformiamo ciò che è tragico in una commedia risibile e oltraggiosa; perdiamo il senso delle proporzioni, il peso degli eventi, la consapevolezza di quello che è stato. Prendiamo tragedie e, senza alcun rispetto per le vittime, ne facciamo una bandiera per battaglie al confine tra il delirante ed il maniacale. Cosa ne sarà di quelle parole e di quei simboli una volta che sono stati bestemmiati così spudoratamente? Come ridiremo quel dramma, come racconteremo quella tragedia quando le parole sono state in tal modo consumate e svilite?
Poveri noi: incapaci di custodire ciò che è sacro, ciò che indicibile, quanto è immensamente doloroso, esposti ad una pornografia della parole e del sentimenti indegna della nostra umanità. Che le vittime innocenti della shoah abbiamo pietà per la pusillanimità e le sconcezza che circolano tra noi…