Il deserto. È il deserto il grande protagonista del racconto di oggi del vangelo di Luca. Il Figlio è sospinto nel deserto dallo Spirito all’inizio della sua missione pubblica.
Il deserto… luogo di privazione, di silenzio, di pericolo; luogo in cui si sperimenta la precarietà della vita, posto in cui manca tutto: l’acqua, il cibo, un riparo, la sicurezza… Il deserto è il luogo dell’assenza, del vuoto e della lontananza. È spazio invivibile perché inabitabile, zona in cui si sperimenta una radicale vulnerabilità, una esposizione totale agli agenti atmosferici, al freddo ed al caldo, alle bestie selvatiche, al vento e al sole.
Chi vive nel deserto percepisce il senso della fragilità, del non bastare a se stesso, dell’essere piccolo ed indifeso.
Quanto il deserto si offre come una metafora fedele dell’esistenza di oggi! Pensateci: non ci manca nulla in termini concreti, ma anche noi ci sentiamo in balia degli eventi, vulnerabili rispetto a ciò che accade attorno a noi, sia esso il virus, la malattia o la guerra. Siamo anche noi gente che cammina nel deserto perché, nonostante i nostri tanti beni, sperimentiamo l’assenza di ciò che ci serve per vivere: la speranza per il futuro, la fiducia nel domani, un senso di stabilità della nostra vita, di protezione per i nostri cari, una qualche pur minima garanzia per ciò che accadrà.
Siamo anche noi gente del deserto, forse assai più di quello che sospettiamo. Abbiamo perduto vecchie certezze, cose che ci facevano sentire protetti e sicuri, e stiamo attraversando tempi faticosi, dove ci manca ciò che sostiene il cammino, ciò che rinfranca l’animo, ciò che infonde coraggio e speranza. Siamo anche noi nomadi che attraversano terre sconosciute, siamo zingari dell’esistenza, gente senza fissa dimora, persone che spesso hanno perso la direzione, la meta, lo scopo del vivere.
Come ci ricorda Luca, anche noi, oltre al pane che sazia il corpo, abbiamo fame di una parola che apra una strada, che indichi una via, che spalanchi la speranza. Il nulla che sentiamo attorno ci spinge a cercare dentro di noi una fiammella di luce, un briciolo di fiducia, un senso che ci indichi la via per un sicuro ritorno casa.