fino a quando?

Comprendo le ragioni di opportunità che ci spingono a non farci coinvolgere nel conflitto in Ucraina, ad esempio imponendo una no-fly zone per impedire bombardamenti sulla popolazione civile. Capisco che ci sono motivi di precauzione e, a ben vedere, anche di protezione della stessa popolazione ucraina: una escalation nucleare, Dio ce ne scampi, sarebbe una sciagura per lo stesso popolo ucraino, possibile prima vittima di una rappresaglia russa.

Eppure, benché la ragione cerchi di comprendere la situazione, confesso che il cuore fatica a darsi ragione della nostra immobilità di fronte all’ingiustizia che si sta celebrando sotto i nostri occhi.  Guardi la popolazione civile bersaglio di bombe russe, civili uccisi, ospedali colpiti, scuole distrutte e ti chiedi fino a quando ci sarà concesso di non fare niente in nome di un bene superiore. Pensi a quelle famiglie rimaste senza casa, allontanate dalla loro abitazioni, costrette a vivere come profughi a migliaia di chilometri di distanza e ti domandi fino a quando potremo stare a guardare senza muovere un dito.

Sì, lo so, la diplomazia è all’opera, la macchina dei soccorsi lavora a pieno regime e l’accoglienza dei profughi è attiva da tempo. Eppure mi pare di assistere a quelle scene che succedevano in classe alle medie quando il prepotente di turno si accaniva su qualche compagno più debole, minacciando chiunque avesse pensato di schierarsi a fianco della vittima. Certo, c’è il buon senso che ti suggerisce che talvolta è meglio non agire per evitare danni ben peggiori, ma non è che questa cosa aiuti molto a placare la coscienza dal senso di colpa e da quel sentimento di frustrazione che ti assale il cuore.

Un male resta male anche quando è più “saggio” non reagire; una vittima rimane vittima anche se la sua difesa mette a rischio molte più vite di quelle che si vuole salvare.

Eppure il dolore innocente non ci dà pace, turba i nostri pensieri lucidi e freddi e disturba le nostre certezze razionali. Che lo si voglia o no siamo tutti testimoni oculari di quello che sta accadendo ed è onestamente difficile dire che non sappiamo. Sappiamo bene quello che accade, quasi in presa diretta, ma scegliamo di non agire.

È tutto terribilmente complicato ma mi chiedo spesso fino a quando potremo sopportare tutto questo senza perdere l’anima. Fino a quando sarà lecito assistere inermi all’ingiusta aggressione, alla violenza arrogante, alla brutalità disumana e alla ferocia di un delitto che pretende di restare impunito.

Fino a quando?


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