Ma in che paese viviamo? Uno in cui si considera “carico residuale” una manciata di profughi che hanno attraversato il mediterraneo per cercare una vita più dignitosa. Il linguaggio! Non sono solo parole: dietro alle parole c’è un mondo, valori, significati, percezione delle cose ed una visione del mondo. Denominare delle persone come “carico” e per di più “residuale” esprime una idea volgare, primitiva e, permettetemi, disumana della persona. È un modo per dire: non mi interessano, io non ho nulla a che fare con loro, non sono responsabile delle loro vita. Non serve tirare in ballo riferimenti etici, filosofici o religiosi per comprendere come certi termini stridono con il senso della nostra civiltà, con tremila anni di storia nella quale la nostra natura è stata forgiata da una cultura che ne ha sopito gli istinti violenti e promosso quelli più nobili. Possiamo avere idee differenti sulla gestione dei flussi migratori ma se perdiamo quel minimo senso di accoglienza, rispetto e valore dell’altro, non rifiutiamo non solo una dozzina di profughi ma prima di tutto noi stessi.
Ma in che paese viviamo? Uno in cui se scavi un poco sotto casa trovi dei preziosismi beni archeologici, proprio come è accaduto a San Casciano dei Bagni, in Toscana, dove sono emerse migliaia di monete, ex voto e 24 statue in bronzo, 5 delle quali perfettamente integre. Che meraviglia! Viviamo letteralmente seduti sopra un tesoro inestimabile di arte, di bellezza e di cultura. Siamo nani su spalle di giganti, nipoti indegni di una storia incredibile, che affonda le proprie radici nell’albore dell’umanità. Ce ne rendiamo poco conto, ma non c’è altro popolo sul pianeta che possa vantare un patrimonio non solo di “cose” ma di valori, bellezza, arte, cultura pari alla nostra. Possediamo un “patrimonio” e siamo figli di una “tradizione” che non ha eguali per profondità, varietà, paesaggio, grandiosità, maestà ed abbondanza. È, di fondo, la nostra sfida, come comunità nazionale: essere all’altezza dei nostri “padri”, eredi (il meno riprovevoli possibile) di persone straordinarie e di culture millenarie, ricche di sapienza, saggezza e conoscenza dell’animo umano.