fuori dal finestrino

oggi un Matteo Bussola in grande forma!

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In treno di sera l’amore e le preoccupazioni li vedi di più, riflessi nei finestrini sporchi, negli occhi stanchi delle persone, nei toni di voce delle telefonate che diventano affacci momentanei sulle vite degli altri, anche sulla tua che si rispecchia nelle loro, una signora dice a quello che potrebbe essere un figlio che in frigo ci sono ancora le polpette di ieri, basta riscaldarle, e guarda che ci sono anche gli spinaci, dice, una ragazza litiga al cellulare con quello che sembrerebbe il suo fidanzato, o forse suo padre o un fratello, chissà, e gli dice “no, no, perché io non dovevo chiedertelo, dovevi arrivarci da solo!” e grida nel ricevitore e ascoltandola non posso fare a meno di pensare a quante volte, nella vita, non ci sono arrivato da solo, e a quanto avrei voluto una mano, o una parola, o un indizio che mi aiutassero a capire meglio, invece di questo continuo esser messo alla prova, e mi viene in mente che forse ho cominciato a scrivere proprio per quello, perché scrivere è una maniera per prestare attenzione, un ragazzo si avvicina a una ragazza e la bacia, non avranno neanche vent’anni, non sono seduti uno accanto all’altra ma li divide il corridoio e in più sono sfasati di un paio di file, però in realtà questo non li divide, amplifica solo il desiderio, o così diresti a guardarli, il ragazzo si alza e la bacia e poi torna al suo posto e la saluta dal sedile, chissà se lui da solo ci arriverà sempre, glielo auguro, di sicuro il suo è quello che chiamerei un ottimo inizio, a casa mi aspettano le mie quattro donne, ho promesso di portarle fuori a cena perché oggi alla figlia maggiore hanno tolto l’apparecchio ai denti, che non so se sia una cosa che si festeggia, secondo me sì, o forse è solo una scusa per non sentirsi dire dopo che non ci ero arrivato, hai visto mai, perché dopo è sempre tardi, dopo non vale, la ragazza si alza dal suo sedile e va lei a baciare il ragazzo, il tizio di mezz’età di fianco a lui smette di fingere di guardar fuori dal finestrino e dice alla ragazza “vieni a sederti qui, vado io là al tuo posto”, la ragazza gli sorride e va a recuperare lo zaino, vedi che a volte arrivarci è questione solo di un attimo, pensa il tizio di mezz’età, vedi che forse con gli anni qualcosa ho imparato, poi si tira su, va a sedersi, prende il telefono e comincia a scrivere.


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