Talvolta la vita ti impegna in imprese importanti, affascinanti, in cui senti di fare cose grandi ed ammirevoli, cose che incidono sulla vita delle persone e lasciano un segno. Altre volte invece l’esistenza ti porta a fare i conti con cose assai più modeste, piccole, spesso minuscole ed apparentemente insignificanti. Ci sono momenti in cui ti senti “al centro del mondo” ed altri in cui sperimenti una dimensione assai più ritirata, marginale e modesta.
È come se la vita ti invitasse ad un movimento di riduzione, di semplificazione e di ripiegamento. Fissi lo sguardo non più sulla vastità dell’orizzonte ma sull’inezia delle piccole cose, sulla banalità dei dettagli, sul fascino anonimo dei particolari ordinari. Non resti coinvolto in grandi idee, scelte impegnative o pensieri fondamentali, bensì in faccende di assai più basso profilo, cose quasi futili e passeggere. Si tratta, che ne so, di una amicizia finita, di un dolore di chi ti sta accanto, di un fallimento di chi accompagni, di una piccola sfida personale, di un amore non ricambiato di qualcuno che conosci. È come se la luce accecante che ha rischiarato i tratti “gloriosi” della tua vita, si fosse tramutata in una luce fioca, tenue, in una atmosfera soffusa che non permette di vedere troppo lontano da sé. Il tuo campo visivo si restringe e viene ora definito e limitato dalla distanza a cui giungono i tuoi affetti ed i tuoi legami.
Comprendi una cosa in questi momenti: quando la vita ti limita per “estensione” questo avviene a beneficio della “profondità”. Si restringe il tuo campo di influenza ma, in quel piccolo cortile in cui ti ritrovi a giocare, le cose diventano assai intense, forti, dense. Apprendi un regola fondamentale del vivere: si può fare poco per tanti o tanto per pochi. Poco per pochi è da pusillanimi; tanto per tanti è da super eroi da fumetti. Noi uomini “reali” ci muoviamo lungo quell’asse che vede “influenza” e “profondità” come due grandezze inversamente proporzionali.
I periodi miti, quelli in cui non sei sotto le luci della ribalta, sono quelli in cui impari ad apprezzare la sfaccettatura delle cose, le rifiniture, le piccolezze. L’evanescenza della luce consente di notare quelle meravigliose sfumature di colore che non avevi mai notato prima.