Le storie che vedi al cinema sono spesso banali e scontate, riesci quasi ad indovinare il finale dopo i primi cinque minuti di visione. Altre volte si tratta di trame un po’ convenzionali, scritte per catturare l’attenzione dello spettatore, coinvolgendolo in un ritmo narrativo intenso, rapido, imprevisto, quasi a compensare con la velocità del racconto la banalità degli accadimenti. Non è così per “Gli spiriti dell’isola” (titolo originale “The Banshees of Inisherin”), film del 2022 scritto e diretto da Martin McDonagh, interpetrato da Colin Farrell (Pádraic) e Brendan Gleeson (Colm) e candidato a nove premi Oscar 2023.
Siamo nella Irlanda ad inizio secolo scorso, e più precisamente nell’immaginaria isola di Inisherin, dove vivono, in condizioni molto modeste, Colm, musicista dell’isola, e Pádraic che fa il mandriano. La vicenda prende le mosse dall’improvvisa decisione di Colm di interrompere drasticamente l’amicizia con Pádraic e dal travaglio di quest’ultimo che si trova solo, dopo un decennale rapporto con l’amico. Come superare questo trauma? Come darsi una ragione dell’accaduto? Come rielaborare questa dolorosissima separazione?
È nell’intreccio tra l’ossessione di Pádraic per l’amico perduto e la strenua indifferenza di lui che si dipana il racconto del film. Come ogni rapporto davvero vitale, l’amicizia può essere fonte di immensa gioia così come di straziante tristezza. È il percorso che Pádraic si trova a dover attraversare, in un itinerario che passa dall’iniziale incredulità dell’accaduto, la depressione per la perdita dell’affetto, il dubbio circa il proprio valore e la propria amabilità, la rabbia e l’impotenza per non poter cambiare la situazione, fino all’odio viscerale verso Colm, reo di aver tradito l’antico legame.
Il tutto avviene in un microcosmo, geografico e culturale, dove ogni gesto, ogni parola, ogni movimento subiscono una amplificazione potente. L’eco del conflitto civile irlandese giunge come un lontano rimbombo che poco turba la gente di Inisherin: la piccola isola diviene il teatro di un singolare dramma degli affetti, in cui i toni allegri e leggeri si mescolano ad accenti gravi, crudi e persino crudeli.
Un film particolare “Gli spiriti dell’isola”, ricercato, non banale, un film che merita una visiona partecipata e commossa e che impressiona per la bellezza delle immagini, i colori della costa irlandese, la trama singolare, la forza dei sentimenti e l’ambiente naturale imponente. È un viaggio nell’animo umano dove amore e odio si fondono in un intreccio difficile da sciogliere.