salita

Certe settimane tolgono il fiato, ti lasciano fiacco, esausto, senza energie e spinta.

In certe settimane il passato ritorna, come un fantasma che pensavi di aver sconfitto e dimenticato, come un’ombra che, benché lontana, sa ancora offuscare il tuo oggi, segnando il tempo con gravità, tristezza e rimpianti.

In certe settimane sperimenti un senso di incompiutezza, di mancanza, di insufficienza, come se mancasse sempre qualcosa per sentirsi a posto con se stessi, come se l’ultimo metro che manca alla felicità si allungasse proprio nell’attimo in cui tu fai un passo per colmarlo.

Sono quelle settimane in cui percepisci che le persone meriterebbero di più da te, in cui certe situazioni necessiterebbero di più cura, in cui certi legami dovrebbero essere accuditi con maggior impegno e tenacia.

Sono proprio quei giorni in cui il limite incombe sulle tue giornate come un severo maestro, ricordandoti il tuo posto nella vita, rammentandoti che le parole fine, scadenza, termine non sono qualcosa a cui tendere ma anche frontiere che non possiamo oltrepassare.  

Certe settimane ti restituiscono, con cruda verità e franchezza, il tuo essere fatto di carne e di sangue, la tua creaturalità umile e spesso misera, la tua umanità ferità, incompleta, ma proprio per questo più vera ed autentica.

Sono le settimane in cui stare al mondo ha il passo greve di chi sta scalando un’alta montagna e conserva nel suo cuore la speranza di giungere presto là dove si vede la luce.


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