Tra le molte sciocchezze che abbiamo ascoltato ultimamente da parte di alcuni membri della maggioranza di governo ve n’è uno che merita qualche parola di commento. Lasciamo perdere la delusione di La Russa qualora avesse avuto un figlio gay, o l’affermazione che la maternità surrogata sia peggio del genocidio, oppure la convinzione che l’immigrazione illegale nel nostro Paese sarebbe sostenuta da un opinione pubblica compiacente, oppure ancora la volontà di abrogare il reato di tortura per tutelare le forze dell’ordine, ebbene, lasciando da parte questi “colpi di sole” prematuri, merita un breve considerazione le parole della presidente del consiglio, la quale, commemorando la strage delle Fosse Ardeatine, avrebbe detto che i 335 civili sarebbero stati uccisi “in quanto italiani”.
Fa giustamente notare Fulvio Ferrario, teologo evangelico, che vi sono ben due falsità nelle affermazioni della Meloni: anzitutto quei civili furono uccisi in quanto ebrei, antifascisti e resistenti e non anzitutto in quanto italiani. Non c’era un’accusa di “italianità” a giustificare la strage, ma la ritorsione contro il “nemico” per l’attentato in via Rasella, ove morirono 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca.
Il secondo errore, non meno grave, è l’uso della parola “italiani”, in quanto dimentica completamente che vi era una certa parte di italiani che si erano schierati a favore dell’occupante nazista. Dire “italiano” lascia intendere che vi fosse una guerra tra italiani e tedeschi… e tutti sappiamo che le cose non stavano esattamente così…Vi era una parte politica italiana alleata del crimine nazi-fascista e una parte resistente che lottava per la liberazione del Paese.
Come si fa in fretta a confondere le carte eh? A mischiare il tutto, ad usare parole che volutamente tacciono la verità, creando una cortina di fumo in cui si fatica a riconoscere il bene dal male.
Questa maggioranza fa un uso “leggero” delle parole, dimenticando la loro carica di valore, il loro riferimento alla fatticità delle cose che non può essere tradita o aggirata. Vi è un obbligo di verità ed un dovere di onesta, che, per quanto duro, doloroso o imbarazzante, esige rispetto ed obbedienza.