Bella questa riflessione di Luigino Bruni! Ne rilancio qui sotto qualche stralcio….
“Questa è la caratteristica di un animo grande e nobile: non ricercare un utile dai benefici fatti, ma badare al beneficio in se stesso” (Seneca, De Beneficiis)
Sine merito: senza merito. Era questo il nome con cui tra Medioevo e Modernità venivano chiamati i primi Monti di pietà, quelle proto-banche popolari create e promosse dai francescani dell’Osservanza. Per sottolineare la loro natura di istituzioni umanitarie o filantropiche, si negava la presenza del merito.
Queste distinzioni e opposizioni hanno retto l’ethos e la spiritualità dell’Occidente per molti secoli, finché la cultura capitalista, con la sua nuova religione pelagiana e quindi meritocratica, ci ha finalmente convinto che tutte quelle parole fossero invece dalla stessa parte, amiche e alleate; che il dono andasse insieme al prezzo, che merito fosse un nome nuovo dell’amore, che la grazia/gratuità fosse utile solo se presente nella “giusta” (e microscopica) misura, come nei vaccini dove si introduce nel corpo una minuscola dose di virus per immunizzarci da esso.
L’incentivo è oggi lo strumento principale con il quale il culto capitalistico sta eliminando la gratuità dal mondo degli uomini – grazie a Dio, di gratuità ce ne sarà sempre molta nella natura, nel sole, nel cielo, nella vita degli animali, nella pioggia e nella neve, nei bambini. Ogni culto idolatrico tende, infatti, all’eliminazione di ogni dimensione intrinseca nelle nostre azioni. Finché facciamo qualcosa perché ci crediamo o perché ci piace, non siamo ancora prigionieri degli idoli. L’ideologia dell’incentivo produce esattamente lo svuotamento delle dimensioni intrinseche dell’azione, perché assegnando un prezzo a ogni cosa e a ogni atto, finisce per espellere la gratuità dal mondo. L’incompatibilità tra la gratuità e l’ideologia dell’incentivo non sta nell’opposizione gratis-pagamento (c’è molta gratuità dentro molti rapporti retti da contratti e regolati da prezzi, e ci sono molti servizi resi gratis che non hanno alcuna gratuità). Il conflitto è più radicale, e rimanda esattamente a quella tesi del Satan: non è possibile che le persone facciano cose buone gratuitamente, “senza essere pagati”.
La fede nell’incentivo si sta estendendo indisturbata ovunque, perché, paradossalmente, si presenta come una espressione della “libertà dei moderni”.