Google è diventato ormai la nostra enciclopedia a “portata di mano”: non sai una cosa? Cercala su google! Il famosissimo motore di ricerca è sempre pronto a elargire informazioni e dati, conoscenze e contenuti. È diventato talmente famoso ed onnipresente che gli internauti hanno inventato un verbo: “to google”, intraducibile in italiano. Vuoi conoscere una cosa? “google it!”, ossia “cercala su Google”.
Resta un po’ sottotraccia invece la logica che governa la ricerca delle informazioni desiderate. Non mi riferisco qui ai complicati algoritmi utilizzati dai creatori del più noto motore di ricerca al mondo, ma, molto più semplicemente, alla “filosofia” che ispira il suo processo. La conoscenza di Google ha una natura profondamente “democratica”. Mi spiego: se digitate la parola “Roma”, Google vi ritornerà una lista di link che sono stati selezionati in base al numero di click che essi hanno ricevuto. Più un sito è cliccato, più diventa autorevole e finisce così in cima alla lista delle risposte. Alcuni siti poi sono ritenuti più affidabili di altri e, come tali, più autorevoli nel fornire informazioni. Ma anche stavolta la loro credibilità è semplicemente basata su un numero di visitatori. Insomma la logica mi pare chiara: se tu sei stato visitato da molti internauti, assumo tu sia credibile ed autorevole. Evidentemente nessuno si prende la briga di verificare, attraverso fonti certe (ma ha ancora senso parlare di “fonti certe”?) se quello che scrivi è esatto. I click ricevuti garantiscono per te.
Si capisce come questo funzionamento, spesso efficiente e diretto, si presta anche a diventare un grande diffusore di “balle colossali”. Affidarsi ad un rilevamento puramente statistico della conoscenza (“hai tanti click quindi sei autorevole”) rischia di snaturare il senso stesso della “verità scientifica”: se una balla è cliccata infinite volte, questo non la rende meno balla; la rende, semmai, una balla più pericolosa.
Dietro questa apparente “democrazia della rete”, si nasconde un virus potenzialmente pericoloso: quello che espone ciascuno di noi a delle informazioni che sono certamente famose e popolari (perché più cliccate)… quanto ad essere fondate, beh questo è un altro discorso…Ricordiamocelo la prossima volta che ci affidiamo alla “grande G” per conoscere qualcosa ….