Le vedi correre sul campo di basket con una maglia che mostra con orgoglio una grossa scritta “100 lost”. Non c’è dietro alcun messaggio criptico o paranormale né è lo slogan di qualche misteriosa pubblicità. Le parole significano esattamente quello che c’è scritto: centesima sconfitta. Sono le giocatrici della squadra femminile di basket dell’Oratorio San Giuseppe Dalmine (Bergamo) che militano nel campionato di Promozione Regione Lombardia.
Questa, all’apparenza, normalissima squadra, detiene un record davvero particolare: da sei anni non vince una partita, arrivando a collezionare così il ragguardevole “tesoretto” di cento sconfitte sul campo di gara. Ecco quindi che per “celebrare” questo strano traguardo si sono inventate queste magliette celebrative, che sono diventate immediatamente virali sui social media. Eppure quando vengono intervistate da una nota TV online (QUI) non senti quel tono mesto e rinunciatario che ti potresti aspettare: giocano contente sul campo di basket, quasi imbarazzate del successo che questa loro strana iniziativa ha suscitato.
Una parola ritorna frequentemente nelle loro dichiarazioni e nei loro racconti: la parola “sorriso”. Ed è lo stesso che vedi stampato sui loro visi. È il sorriso di chi si diverte, di chi sta bene insieme, di chi lascia spazio a tutti in partita, di chi non si rode il fegato per un canestro non fatto o per una prestazione insufficiente. Ed è il sorriso pure di chi è consapevole che questo clima di squadra, in cui tutti sono valorizzati allo stesso modo, non è cosa così normale o diffusa sui campi di basket.
Anche il loro allenatore pare per nulla affranto per questo anomalo “palmares”. Racconta che giocano ogni partita con il massimo impegno, che non si divertono mica a perdere, solo che incontrano squadre più forti e la vittoria stenta sempre ad arrivare. Tranne quelle due volte, aggiunge con un pizzico di ironia, in cui hanno vinto la partita a tavolino.
Insomma una squadra normalissima, che ci mette impegno e determinazione, che non si compiace delle sconfitte subite ma non ne fa nemmeno un dramma, riconoscendo che c’è un “di più” nel loro stare insieme che purtroppo l’arida classifica del campionato non è capace di raccontare. Ascoltando le loro storie comprendi che c’è in loro un modo “diverso” di vivere lo sport, uno stile capace di dare senso anche alle sconfitte, senza drammi o inutili piagnistei. C’è un segreto in quella loro serenità che in molti di coloro che calpestano i campi di pallacanestro suscita invidia ed ammirazione.
Osserva Francesca, la capitana della squadra: la maglietta non serve a festeggiare le cento sconfitte ma a festeggiare che, nonostante le cento sconfitte, siamo un gruppo che si diverte. Chapeau!