«Le molte nostre conversazioni mi hanno portato all’intima convinzione che le parole “Tu sei il mio Amato” rivelano la più profonda verità su tutti gli esseri umani, appartengono o no a una particolare tradizione.
Fred, quello che ti voglio dire è che “Tu sei l’Amato”, e quello che spero è che tu possa ascoltare queste parole come fossero detti a te con tutta la tenerezza e la forza che l’amore può avere. Il mio unico desiderio è che queste parole possono risuonare in ogni parte del tuo essere – “Tu sei l’Amato”.
Il più grande dono che la mia amicizia possa farti è il dono di riconoscere il tuo stato di “essere amato”. Posso farti questo dono solo per quanto l’ho preteso per me stesso. Non è questa l’amicizia: darci l’un all’altro il dono del nostro “essere amati”?
Sì è quella voce, la voce che parla dall’alto e da dentro i nostri cuori, che sussurra dolcemente o dichiara con forza: “Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto”. Non è certamente facile ascoltare quella voce in un mondo pieno di altre voci che gridano: “Tu non sei buono, sei brutto; sei indegno; sei da disprezzare, non sei nessuno – e non puoi dimostrare il contrario”.
Queste voci negative sono così forti e così insistenti che è facile credere loro. Questa è la grande trappola. È la trappola del rifiuto di noi stessi. (…)
Quella voce dolce e gentile che mi chiama l’Amato è venuta a me in innumerevoli modi. I miei genitori, gli amici, gli insegnanti, gli studenti e molti estranei che ho incrociato nel mio cammino, mi hanno fatto sentire quella voce in toni differenti. Sono stato benvoluto, con tenerezza e gentilezza, da molte persone. Mi hanno insegnato e sono stato istruito con molta pazienza e perseveranza. Sono stato incoraggiato a perseverare quando ero pronto lasciar perdere, e sono stato stimolato a riprovare quando ha fallito. Sono stato ricompensato e elogiato per il mio successo… però, in un certo qual modo, tutti questi segni d’amore non sono stati sufficienti a convincermi che ero l’Amato. Sotto l’apparente salda fiducia in me stesso, c’era sempre la stessa domanda: “E se tutti quelli che mi coprono di tanta attenzione, potessero vedere e conoscere la parte più intima di me stesso, mi amerebbero ancora?” Questa tormentosa domanda era radicata nella mia intima oscurità, continuando a perseguitarmi e a farmi fuggire da dove quella tranquilla voce che mi chiamava l’Amato, potesse essere ascoltata. (…)
Noi siamo gli Amati. Siamo intimamente amati, assai prima che i nostri genitori, insegnanti, coniugi, figli, amici ci abbiano amati, o offesi. Questa è la verità della nostra vita. Questa è la verità che voglio che tu pretenda per te stesso. Questa è la verità enunciata dalla voce che dice: “Tu sei il mio Amato”.»
Henri Nouwen, Sentirsi Amati, editrice Queriniana 1993.