“Dopo quanti morti scatta la pietà?” chiedeva oggi sull’HuffPost Fabio Luppino di fronte alla terribile strage di 117 morti in mare e di fronte all’ennesima “spacconata” degli uomini del governo…
Quanti morti occorrono perché ci sia un minimo di compassione umana, di pietosa solidarietà, di raccolto silenzio e di mesto raccoglimento?
Quanti disperati devono perdere la loro vita in mare perché il teatrino delle dirette facebook si fermi anche solo per ventiquattro ore, giusto il tempo di ricordo rispettoso?
Quanti altri uomini, donne e bambini devono trovare la loro tomba davanti alle coste di casa nostra perché si smetta di strumentalizzare, di individuare colpevoli e complici e si faccia finalmente silenzio, tacendo parole di odio e di rancore, dette solo per raccogliere una manciata di like in rete?
Ditemelo: qual è il prezzo del nostro dolore, quale deve essere la dimensione della strage perché il nostro cuore indurito mostri un minimo di compassione e umana solidarietà? Ma davvero la crosta della nostra insensibilità umana ci ha resi così anestetizzati di fronte al dramma del fratello che muore sotto i nostri occhi?
Che Dio guarisca i nostri occhi che non vedono, i nostri orecchi che non odono, il nostro cuore che non si strazia di fronte alla morte innocente e disumana…