senza età…

A volte la metropolitana regala incontri fortuiti ed interessanti.

Come stamattina, quando salgo su una carrozza mezza vuota e mi siedo sopra pensiero sul primo sedile libero. Alzo la testa del libro che sto leggendo e vedo davanti a me un tizio vestito da guardia giurata, un uomo alto e muscoloso, dalla pelle di un nero intenso e lucente. “Mi sa che fa la guardia giurata in qualche negozio del centro” dico tra me e me. Non è la prima volta che ci incontriamo in metro, giacché il tizio fa spesso il mio stesso percorso nel mio stesso orario. Tutte le volte che l’ho incontrato, l’ho sempre visto con un libro tra le mani, molto probabilmente un libro di preghiera, scritto in arabo. Lo deduco dal fatto che l’uomo bisbiglia qualcosa sottovoce, muovendo ritmicamente le labbra, come se stesse pronunciando qualche orazione o ripetendo un testo imparato a memoria. Non so spiegare il perché, ma fa una certa impressione vedere sto omone, grande e grosso, con la sua bella divisa fresca di stiratura, recitare delle orazioni su un vagone della metropolitana, incurante degli sguardi che ricadono su di lui, un po’ sorpresi e un po’ incuriositi.

Volgo lo sguardo a destra e mi accorgo di essere seduto accanto ad una giovane mamma, che porta il suo bambino appena nato in grembo. Il bimbo (un maschietto, dal colore dei vestiti) dorme sul petto della mamma imbragato in uno di quei strani marsupi che paiono delle ampie stole legate al petto. È delizioso guardare quel piccolo dormire pacifico e tranquillo, custodito dal corpo della donna. È un immagine talmente bella che mi stampa un ampio sorriso in volto e mi dona una piacevole consolazione al cuore. Mi ritrovo ad osservare con insistenza quello straordinario spettacolo della vita, tanto che, ad un certo punto, ho paura che il mio sguardo prolungato possa diventare un po’ invadente per la giovane donna. In realtà questa, da parte sua, non bada affatto alla mia intrusione, ma continua a guardare il suo smartphone ignorando, fortunatamente, la mia attenzione.

Il bambinetto è qualcosa di meraviglioso: ha due gambe cicciottelle che escono, nude, dal marsupio e due mani appoggiate, quasi abbracciandolo, al petto della mamma. Ha un visino tranquillo e rilassato che solo i neonati in braccio alla madre possono avere.  Come deve essere bello stare lì, in quel contatto vitale con la madre, sentirsi serenamente protetti dal corpo di colei che ti ha messo al mondo! Che gioia quando nutri questa fiducia radicale ed ineffabile verso la sorgente della vita, sentendo il battito del cuore di colei che sta all’origine della tua esistenza! Non so se quel bambino stesse facendo l’esperienza del paradiso, ma ho come l’impressione che non ne fosse poi troppo lontano…

Guardo incuriosito quell’uomo davanti a me sussurrare strane parole sottovoce e quel bambino dormire con fiducioso abbandono in grembo alla madre. Ammiro quei due spettacoli e mi chiedo se la vita non abbia anche che fare con quel bisogno così vitale che sentiamo di sentirci accolti protetti ed amati. Proprio come quel bimbo. Proprio come quell’uomo.


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