quando la vita è tanto…

Chiudo oggi una settimana intesa, ricca di impegni, appuntamenti e scadenze, ma soprattutto incontri, scambi e relazioni. Questa volta sono per la maggior parte in ambito lavorativo ma la cosa non credo faccia molta differenza. Guardo indietro e mi accorgo della ricchezza di quello che ho vissuto, dell’abbondanza di tutto quanto è accaduto e della bellezza delle persone incontrate.

Confesso una certa stanchezza fisica e mentale ma devo ammettere che non è la fatica la parola che meglio racchiude il segreto di questi giorni trascorsi. Decisamente no. Certo, c’è stata, come pure il peso delle responsabilità, il travaglio della cura, lo sforzo per essere, per quanto possibile, tutto a tutti.

Direi che un’altra la parola che potrebbe essere il leitmotive di questi giorni: forse la parola “eccedenza”. Sì, sono stati giorni eccedenti, dove tutto è stato tanto: tanto intenso, tanto ricco, tanto profondo, talvolta tanto troppo.

Forse la parola eccedenza ha una particolare affinità con un’altra che Giovanni usa frequentemente nella lettura di oggi, ossia il termine “novità”.

C’è una novità che abita la vita, una primizia che viene addirittura annunciata attraverso l’avvento di nuovi cieli e nuove terre. C’è una novità che avanza e che, in qualche modo, va a sostituire le cose di sempre, le abitudini e le consuetudini, tutto quello a cui abbiamo sempre prestato attenzione e cura e capace di spazzare via tradizioni ed usi, assuefazioni e dipendenze. Vi è, per chi sa scorgerla nella propria vita e in quella delle persone con cui vive, una novità sempre veniente, una fioritura inattesa ma straordinaria, maturazioni e cambiamenti che sanno di miracolo. Sono l’epifania della forza della Vita, della sua innata energia, del vigore del suo istinto ma anche del pudore e discrezione del suo manifestarsi.

Riconosci l’avverarsi di questa novità da un suo tratto particolare: essa è sempre eccedente! Essa è sempre oltre, è sempre di più, è sempre ancora! La osservi giungere nella tua vita, ne celebri il lieto avvento e comprendi che vi è sempre una sproporzione tra i tuoi sforzi e il suo accadere, tra la fatica che ne propizia l’arrivo e la ricchezza del suo manifestarsi. La novità della vita è così: possiede i tratti dell’eccedenza, della sovrabbondanza, dell’eccesso, del sovrappiù che ci viene donato senza alcun merito o diritto.

Lavori, fatichi, sudi e ti impegni ma quanto raccogli non è il frutto del tuo sforzo in quanto non corrisponde equamente al tuo impegno. È come ricevere una somma di interessi sproporzionata a rispetto all’importo investito o come mietere un raccolto che va ben oltre i semi che avevi precedentemente gettato tra i solchi. Vi è uno iato, una frattura ed una dismisura che rende il tutto misteriosamente prezioso e ingiustificatamente bello.

Chiudo questa settimana con il cuore colmo di gratitudine perché, nonostante tutto, la Vita non cessa di rassicurarmi della sua inesauribile ricchezza, della sua strabordante magnificenza, della sua immotivata prosperità. Essa, direbbe il filosofo, è Fondamento sfondato, sorgente senza limite né sosta, Mistero incontenibile e discreto.   


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