A chi ha voglia, in queste torridi giornate agostane, di fermarsi un attimo a pensare, consiglio la lettura d questa articolo (QUI) apparso sulla versione inglese del “The Guardian”. È una lettera (rimasta anonima) scritta da un membro dello staff medico che si è occupato di Charlie Gard presso il Great Ormond Street hospital di Londra.
È una lettera toccante, un po’ inquietante a dire il vero, in quanto legge e racconta i fatti avvenuti da una propositiva differente da quella che siamo stati abituati a sentire: quella del personale medico dell’ospedale, l’unico, forse, che non ha mai parlato durante la vicenda. Devo confessare che mi ha fatto riflettere quanto scritto… anche se non del tutto condivisibile (alcuni passaggi restano per lo meno discutibili) ,tuttavia la lettera ha il merito di allargare le nostre prospettive, di “ascoltare un’altra campana”, di leggere l’accaduto da un nuovo punto di vista.
Concordo con l’autore su una cosa: è facile (e permettetemi, anche un po’ comodo) in certe situazioni, eticamente e scientificamente complesse, indicare il bene assoluto da una parte ed il male assoluto dall’altra, senza fare lo sforzo di comprendere, conoscere, capire. È vero che ci sono sempre i “keyboard warriors”, i guerrieri della tastiera, come li chiama la lettera, pronti a farsi paladini di guerre senza nemmeno un minimo di consapevolezza del fatto.
Comprendere non significa arretrare dai propri principi, non significa assumere un relativismo etico per cui tutto va bene… ma solo riconoscere che le situazioni sono più complesse di come spesso ci fa comodo rappresentarle, per pigrizia mentale, per bisogno di trovare un nemico da combattere e fuggire dalla esacerbante complessità di questo mondo. Buona Lettura!