Ieri sera ho avuto l’onore di presentare il mio libro (LA VITA A COLORI) presso la libreria Paoline di Lodi. È una cosa non semplice parlare di quello scrivi.. quello che volevi dire lo hai già messo in quelle pagine di carta e temi che ogni cosa in più che tu possa aggiungere possa essere un’inutile ripetizione o un appesantimento delle cose già scritte.. tant’è…
Una cosa l’ho imparata in questi momenti in cui ti devi confrontare con un pubblico: magari parrà una cosa banale me per uno che parla diventa un tesoro assai prezioso. Quando parli in pubblico, hai davanti a te molti volti, sguardi diversi, espressioni assai differenti tra loro: alcuni sono interessati, altri li vedi un po’ distratti, alcuni meditativi e pensierosi, altri ancora con la testa altrove. Ma in quell’amalgama di visi che ti stanno di fronte riconosci immediatamente un paio di occhi che ti saranno complici per tutta la serata. Non sai dire esattamente in che modo avviene questo meccanismo di elezione, ma accade davvero: due occhi diventano il tuo punto di appiglio, la roccia che afferri nella scalata, quella pietra su cui appoggi con fiducia il piede per procedere nella tua camminata.
Sono due occhi vispi, coinvolti, che ti dicono “sono qui, vibro alla musica delle tue parole, entro il risonanza con quello che dici”. Sono occhi rassicuranti che sussurrano “va bene, continua, procedi senza timore, io ti sto ascoltando”, occhi che confortano ed incitano, che infondono coraggio e fiducia. Che meravigliosa esperienza è incrociare quegli occhi anche solo per un attimo! Poter riprendere fiato solo fissando il loro sguardo, solo catturandoli per un attimo!
Capita che i volti che hai di fronte possano inquietare, turbare o creare ansia; quegli occhi no! Quelli sono la tua àncora di salvezza, il porto in cui ti rifugi sicuro. Essi sono come una bella pacca sulla spalla data nel mezzo del tuo racconto. Ti fanno capire che, comunque vada, a qualcuno hai saputo lasciare una parola sensata e credibile.