“Questo volumetto (LA VITA A COLORI) gli antichi romani lo avrebbero definito con l’aggettivo pugillaris, cioè “che sta in un pugno, grosso come un pugno”, riferito alle sue dimensioni modeste, che hanno l’obiettivo di offrire un contenitore agile, leggero, da portarsi in tasca.
È molto interessante che pugillaris non fosse però solo un aggettivo, ma anche un sostantivo: infatti usato al plurale – pugillares o pugillaria – significava “tavolette per scrivere”. Erano uno strumento comune nel mondo antico e anche nel Medioevo, fatte di legno, con una cornice, riempite di cera colorata, rosso scuro o verde scuro, servivano per prendere appunti utilizzando uno stilo, una piccola asta di metallo, osso o legno, che appuntita da una parte e a forma di spatola dall’altra, si utilizzava per incidere numeri e parole, per cancellare e scrivere nuovi testi.
Tavolette per scrivere e leggere, appunto come i tablet, che tre millenni dopo le persone portano con sé, per fare molte cose in più rispetto ai Romani: tra queste, magari, scrivere e condividere riflessioni in un blog.”
(Prof. Paola Sverzellati, presentazione del volume presso la Libreria Paoline, Lodi, 8 giugno 2018)