back to fifties

Ci sono fatti clamorosi che fanno notizia e poi fatterelli di cronaca minore, che guadagnano giusto qualche trafiletto in terza o quarta pagina.  Come quello accaduto qualche giorno fa a Treviso. Un ragazzino italo senegalese sale sul suo scuolabus che lo porta come ogni mattina a scuola. L’autobus è pieno sicché il conducente invita il ragazzino a spostarsi nei sedili posteriori, per lasciare spazio davanti ai bambini più piccoli. Giunto dietro il ragazzo è accolto da alcune preadolescenti di terza media con questa espressione: “I negri si siedono davanti, i bianchi dietro!”.

Non so se quelle scolare stessero studiano a scuola la storia di Rosa Parks, che nel 1955 venne arrestata in Alabama perché sedeva ai posti destinati solo alle persone bianche e che divenne l’emblema della mobilitazione americana per il riconoscimento dei diritti civili. Magari no, è stata solo una triste coincidenza. Eppure la storia dovrebbe insegnare qualcosa, dovrebbe aiutataci a riconoscere gli errori del passato per evitare di ripeterli.

Che poi, a bene vedere, non è nemmeno  il caso di drammatizzare troppo le bravate di due quattordicenni, che sicuramente hanno fatto questo gesto con superficialità, goliardia e inconsapevolezza.

Quello di cui invece ci dovremmo preoccupare è il clima avvelenato che i nostri figli respirano e che li spingono ad allinearsi, senza pensarci troppo, all’onda prevalente. Ci dovremmo preoccupare di quello che vedono nei telegiornali, nei discorsi che ascoltano da noi adulti per strada o in treno; ci dovrebbero impensierire quelle battute dette tra noi grandi a denti stretti, tra amici, un po’ per ridere o per scherzare; così come i comportamenti chi oggi è famoso e potente, ammirato ed imitato, o i messaggi che i social veicolano, che instillano nel sentire comune, sdoganando parole rozze, violente, incivili che, tempo fa, avrebbero subito la censura sociale.

Checché ne pensiate queste due adolescenti non vivono sulla luna: respirano l’aria della nostra società, si abbeverano ai nostri stessi pozzi e se l’acqua è inquinata per noi, immaginatevi per il loro giovane corpo con poche difese immunitarie…

Non è questo o quell’episodio che ci dovrebbe allarmare: è l’aria complessiva, il tenore dei nostri rapporti sociali, la qualità delle relazioni, quel rumore di fondo che condiziona pensieri e sentimenti.

La mamma del ragazzino italo senegalese ha fatto un augurio alle due adolescenti che hanno offeso il figlio: “che capiscano che, per non perdere l’opportunità di vedere la bellezza nel mondo, devono iniziare ad aprire gli occhi”. È un buon augurio anche per ciascuno di noi.


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