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I volti! Ecco che cosa mi mancavano: i volti!

Oggi, dopo tanto tempo, tutto il team si è ritrovato in ufficio quasi al gran completo. Dopo molte settimane ci siamo tutti rivisti e rincontrati, finalmente corpo a corpo (anche se distanziati), viso a viso, faccia a faccia.

A dire il vero, con i miei colleghi i contatti non sono mai cessati: ogni mattina lo “stand-up meeting” ci “costringe” a confrontarci e a pianificare insieme il lavoro. Poi la giornata è piena di riunioni, confronti, call e discussioni, tutti rigorosamente virtuali. Il punto è che, pian piano, le persone diventano voci, suoni, accenti e parole. Riconosci Tizio dal modo in cui entra nella conversazione e Caio dal brontolio con cui esordisce quando si esprime. È come se le persone, un po’ alla volta, perdessero consistenza, realtà, concretezza. Non che Luigi scompaia dalla cerchia della tue conoscenze o “sparisca dal tuo radar”: ma accade come se la sua presenza si facesse un po’ più eterea, fluida, quasi impalpabile. Che tu lo voglia o meno, si crea come una sorta di iato, di distanza artificiale, come se una membrana virtuale si interponesse tra le persone.

La cosa straordinaria è che basta una sguardo per far cadere quella difesa innaturale, un colpo d’occhio per colmare distanze e riattivare legami.

È proprio quello che la giornata di oggi mi ha regalato: la percezione fisica della presenza dell’altro, della sua concreta fatticità. L’altro è lì, davanti a te, come un volto unico, come un viso riconoscibile e irripetibile. Il volto racconta la sua storia, le sue fatiche e le sue gioie. Quella ruga attorno agli occhi testimonia del tempo che insieme avete trascorso, quella smorfia sotto la mascherina il travaglio che viene da lontano, quel ghigno soddisfatto il compiacimento per qualche obiettivo raggiunto.

È incredibile quanto possa raccontare un volto, quanto uno sguardo possa intuire dell’altro, senza che esso accenni parola. È l’estasi dell’incontro, il miracolo del ritrovarsi, lo stupore che nasce ogniqualvolta i nostri occhi, talvolta troppo distratti, ne incrociano altri due in un dialogo denso e silenzioso.


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