Natale arriva per chi aspetta, per chi ha il cuore inquieto, per chi sente il desiderio di una novità, di un cambiamento e di una sorpresa. Il Natale arriva solo per coloro che hanno fame di una pienezza, che percepiscono il senso di una mancanza, la nostalgia di una felicità non ancora raggiunta.
Il Natale non è per gente con la pancia piena, appagata, abbuffata da mille cose; non è una festa per gente sedentaria, amante della tranquilla routine, innamorate dei propri ritmi placidi e ripetitivi. Per questi cuori il Natale giunge come un luccichio superficiale ed effimero, come un profumo intenso ma passeggiero che si dissolve in men che non si dica.
Il Natale arriva per chi lo sa aspettare, per chi scruta con pazienza ed ardore l’orizzonte in attesa di qualcosa di bello, di denso e di ricco. Esso giunge per chi percepisce dentro di sé un vuoto e prova quella struggente ansia che la propria esistenza sia di più, più serena, più autentica, più vera.
Non arriverà mai il Natale per chi non alza mai lo sguardo, per chi resta prigioniero delle proprie voglie mediocri, per chi non brama nulla oltre se stesso. Natale è solo per gente in viaggio, alla ricerca di un nuovo senso ed una nuova direzione, affamata di infinito, perennemente inappagata, in rotta verso un oltre che possa far vibrare il cuore.
Il Natale è solo per chi sa scrutare la propria buona stella, a chi sa affrontare viaggi imprevedibili, che sa incamminarsi verso mete inesplorate e sconosciute. Natale arriverà, ma solo per chi vive la meraviglia dell’attesa, il rischio della speranza, la promessa dell’avvenire.