un po’ di luce

“L’uomo si avvicina allo sportello della società privata che gestisce le utenze: «Da stamattina in casa non ho più né luce né gas». L’impiegato digita i dati al computer con imbarazzo: «Signore, lei non paga le bollette da mesi». «Ho quattro bambini e non riesco a liquidare l’intera cifra. Posso darvela a rate?». «Lei è insolvente da tempo e in questi casi la normativa ci impedisce di rateizzare, mi spiace». L’uomo scoppia a piangere e si allontana con la testa tra le mani. Il cliente in coda dietro di lui si accosta allo sportello e, abbassando la voce, chiede all’impiegato a quanto ammonti il debito: «A poco meno di seicento euro». «Lo saldo io, ma a una condizione. Voglio restare senza nome per tutti. Anche per lui».

È successo a Conselve, in provincia di Padova. Ho dato uno sguardo alle reazioni sul web. Qualcuno ha messo in dubbio il distacco della luce («al massimo avranno abbassato la corrente»). Altri se la sono presa con il comportamento implacabile della società creditrice. Altri ancora si sono chiesti: «E la prossima bolletta chi la salderà?». Quanto è difficile misurarsi con la bontà gratuita e anonima di un gesto. Davanti a una tastiera siamo tutti caustici e causidici. Ma appena ci piomba addosso la vita vera, si sospende il dibattito e ci si rivela: talvolta persino a sé stessi. Mi piace pensare che il benefattore si sia detto: «Se il destino ha voluto che questa scena accadesse sotto i miei occhi, significa che non posso chiuderli». Un milite ignoto dell’umanità.”

Massimo Gramellini sul Corriere del 13 dicembre 2019


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