una piccola lacrima…

È solo una goccia di acqua che, scendendo dall’occhio, inumidisce il viso. Eppure la lacrima ha un potere evocativo e di compassione straordinario. Forse è davvero la riprova che, per noi uomini, le cose non sono mai solo cose, così come una lacrima non è mai solo una goccia di fluido. Quella piccola sfera acquosa è capace di smuovere in noi emozioni, sentimenti e passioni intense e vitali.

Quando ci imbattiamo in qualcuno il cui volto è solcato da una lacrima, difficilmente riusciamo a restare indifferenti ed estranei: è come se quella lacrima risvegliasse in noi il sentimento di una comune umanità; come se fosse in grado di creare legami fraterni immediati ed impensabili. Il pianto ci fa scattare dentro un istinto inconscio di vicinanza, di compassione, di protezione e di umana solidarietà. Sappiamo quanto costa a noi adulti versare delle lacrime, quanto fatichiamo a mostrarci deboli e sofferenti; forse è per questo che, quando vediamo qualcuno caduto nel baratro del pianto, questo ci genera un senso di inconscia partecipazione. Sappiamo o immaginiamo che dietro quelle lacrime ci siano forti sofferenze, cocenti delusioni, dolorosi tradimenti o fallimenti ancora non digeriti. In ogni caso ci sta dietro un’esperienza di contatto urticante con la nostra fragilità, con il nostro limite e la nostra finitezza.

In fondo, la delicatezza e la fragilità di quella lacrima racconta, più di tante parole, la nostra fragilità esistenziale ed affettiva, il nostro essere esposti alle intemperie della vita, così come lo è una lacrima sul viso.

Quella goccia che scende dal nostro occhio testimonia la nostra vulnerabilità e ci rammenta quella intrinseca ed impalpabile leggerezza che ci costituisce.


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