Cosa resta dei legami spezzati, degli amori finiti, delle amicizie inaridite, degli affetti che si sono spenti, di quelle passioni che hanno perduto vigore ed energia?Che cosa resta di un cuore deluso, di un animo ferito, di un mondo che è crollato o che, più modestamente, ha smarrito il suo centro?
Cosa resta quando il dolore si attenua, quando la ferita della perdita inizia a cicatrizzare e quando il respiro si fa meno affannato ed inquieto? Cosa resta dopo la tempesta, quando sulla riva scorgi le imbarcazioni frustate dal vento e rigettate come vecchie zavorre sulla spiaggia? Cosa resta dopo il passaggio del temporale, nell’attimo in cui il cielo, tornato sereno, getta una spietata luce sui rami spezzati, sulle case scoperchiate, sulle foglie spazzate dal vento?
Resta, forse, solo il senso della propria identità ferita e guarita, malata e ora convalescente, persa ed in qualche modo ritrovata. Resta il valore di se stessi, della propria singolare unicità, la consapevolezza del radicamento che viviamo verso la vita. Resti tu, con la pelle ancora lacerata dalla passata malattia e tuttavia vivo, intero, presente. Resta il tuo volto come ridisegnato dal dolore, come trasformato dal buio che hai attraversato e dalle oscurità che ti hanno abitato.
Resti tu, più stanco ma più vero, affaticato ma autentico, provato ma cresciuto.
Ti guardi indietro e comprendi che hai una scelta da compiere: quella di trattenere quel dolore come la fonte di un perenne risentimento oppure abbracciare la tua solitudine e farla diventare un luogo accogliente per la sofferenza altrui. Il dolore, l’abbandono, la solitudine possono diventare la tomba della fiducia, il covo del rancore, la fonte del livore; oppure possono trasformarsi in un luogo ospitale, accogliente, cordiale verso la sofferenza di chi ti sta attorno, di chi incrocia la tua strada, di chi percorre il tuo stesso sentiero. Il dolore, mai benedetto, mai benvenuto, ospite sempre indesiderato, tuttavia può farsi spazio per scoprire l’umanità che ci abita e la carne di cui tutti siamo fatti.
Ogni legame spezzato è come un antenna capace di captare i tanti legami doloranti di chi ci sta attorno. Ogni piccola sofferenza fa di noi dei fratelli, compagni di quello strano viaggio che è la vita.