orco cattivo

Ci sono due cose che trovo onestamente indigeribili nel caso di Bibbiano, dove alcuni bambini sono sospettati di essere stati strappati ingiustamente alle loro famiglie naturali.

La prima è lo sfruttamento mediatico di quello che è accaduto: strumentalizzare questa tragedia per ottenere consensi ed applausi o per vendere qualche copia in più lo trovo qualcosa di vomitevole.

È tale la tragedia che si è consumata che occorre avere quantomeno rispetto e, se possibile, silenzio. Certo c’è un legittimo dovere di cronaca che la stampa è tenuta ad assolvere, ma c’è pure il dolore e la sofferenza di tante famiglie e di tanti bambini coinvolti in episodi che è bene che la magistratura possa giudicare con serenità e rigore. Senza tifoseria in campo né curve ultras che inneggiano per questa o quella parte. Almeno stavolta è possibile auspicare un clima sereno e responsabile, in cui chi è deputato a fare luce sull’accaduto possa agire con la necessaria serenità e in esclusivo interesse dei minori? Speriamo… anche se i soliti avvoltoi già stanno sorvolando sulla carcassa…

Ma c’è poi una seconda cosa che trovo inaccettabile e, forse, addirittura più grave della prima, quantomeno negli effetti che essa produce. Mi riferisco al coro di delegittimazione che è già iniziato verso tutta la rete di servizi sociali e di tutela dell’infanzia. Con il solo scopo di solleticare gli umori più aggressivi e polemici dell’opinione pubblica, si sta cavalcando una campagna che tende a screditare, se non addirittura colpevolizzare, la rete di tutela dei bambini. Come sempre non c’è un attacco frontale e diretto, ma sono battute, insinuazioni, dichiarazioni ed allusioni che lasciano intendere che i servizi sociali siano nemici da cui occorre difendersi e di cui dubitare e diffidare.

Sfruttando lo sdegno per un caso specifico (che, se confermato, sarebbe davvero qualcosa di inaudito) si mette alla gogna un intero sistema, già sottodimensionato e con drammatiche carenze organizzative e di organico. Non so se è chiaro a tutti: nella quasi totalità dei casi nessun operatore trova piacevole allontanare un minore dalla propria famiglia naturale. Se lo fa, è solo al fine di tutelare e proteggere quel bambino da un contesto familiare e sociale dannoso e pericoloso. Se qualcuno sbaglia, è giusto punirlo, anche duramente, ma creare strumentalmente discredito su questa rete di protezione non fa bene a nessuno. È un po’ come generare sospetti sulla classe medica solo perché alcuni dottori hanno sbagliato un operazione chirurgica.

C’è una complessa rete di tutela fatta di servizi sociali locali e territoriali, associazioni, enti, cooperative, consorzi, giudici e avvocati minorili, che chi ha responsabilità istituzionale dovrebbe impegnarsi a rafforzare e non a demolire.

Anche perché quando avremo guadagnato un po’ di consenso e qualche like in più in Facebook screditando questa rete, che cosa ne avremo ottenuto? Secondo me solo un’infanzia ancora più debole e indifesa, esposta alle prepotenze e alle violenze di un mondo adulto, che talvolta si comporta più da orco cattivo che da genitore affettuoso e responsabile.


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