Credetemi: è un momento magico quello in cui apri lo scatolone pieno di libri che ti è appena arrivato a casa e prendi tra le mani la prima copia fresca di stampa, frutto del della tua ultima fatica. Non so se riesco a descriverlo con le parole.
Quel piccolo oggetto, semplice e mite, odora di nuovo, come tutti i libri appena usciti dalla stamperia. Ma non è solo l’odore fisico: è anche il sapore di novità che si porta dentro, quel fascino di qualcosa di inedito ed originale che sta venendo, timidamente, alla luce. Ogni nuovo libro è una briciola di novità che nasce sulla terra, una nuova parola pronunciata, come una tenera germinazione a primavera o lo sbocciare di un nuovo fiore.
Che sia un capolavoro o buono solo per avvolgere il pesce non importa: quel libro è unico, irripetibile, singolare, proprio come sono unici tutti i gesti, le azioni e le parole che pronunciamo.
Eppure, nonostante quell’odore di nuovo, ogni libro ha un’origine antica, assai lontana nel tempo. Esso in realtà è qualcosa di vecchio e di remoto perché ha visto la prima luce tanti mesi indietro, quando il primo barlume di un idea si è palesato nella testa, quando la pagina bianca ha accolto la prima parola, quando la sua narrazione prendeva forma giorno dopo giorno, lentamente.
Benché fresco di stampa, quel libro è nato da tempo immemore, forse addirittura quando la vita ti ha fatto sperimentare pensieri, emozioni e sentimenti che hai poi ritenuto degni di essere raccontati. Ogni libro è come un albero di frutta: godi del primo frutto prodotto dal ramo, a motivo della lucentezza del suo aspetto e del sapore della sua polpa, ma quella fioritura è resa possibile dalla presenza di solide radici che hanno preso dimora nel terreno nascosto, dalla crescita robusta del fusto e dall’opera infaticabile dei rami. Quel frutto è l’esito di una storia lunga, antica e lenta.
Così è per quel singolare frutto che il libro, fresco di stampa, che tieni in mano: è sbocciato oggi ma in realtà è nato nella profondità del tempo.